Rifondazione Comunista aderisce e partecipa allo sciopero generale proclamato unitariamente da quasi tutti i sindacati base “contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra”; per dire no all’invio delle armi in Ucraina e all’aumento delle spese militari; per chiedere l’aumento delle spese sociali e dei salari, il ripristino della scala mobile e un reddito di base per tutte e tutti.

L’invio massiccio di armi sempre più potenti sta determinando una drammatica intensificazione delle operazioni militari in Ucraina, aumenta i rischi di coinvolgimento di paesi vicini, di un prolungamento indefinito della guerra, di ricorso ad armi nucleari.
L’espansionismo della Nato e l’aumento delle spese militari a discapito di quelle sociali è benzina sul fuoco del conflitto in Ucraina, produce instabilità nelle relazioni politiche ed economiche mondiali già messe a dura prova avvicina il mondo al baratro di una terza guerra mondiale.
La guerra parallela, quella delle sanzioni è inutile al pari dell’invio di armi per fermare il massacro, ma produce effetti disastrosi sulle economie europee a causa dei rincari di energia e materie prime. Le conseguenze sui ceti popolari in Italia saranno ancora più drammatiche per la combinazione di inflazione sempre più alta e politiche fiscali e monetarie recessive che produrranno disoccupazione, ulteriore perdita del valore d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori e dei redditi dei ceti popolari.
Il governo Draghi infatti, mentre aumenta le spese militari taglia i fondi per la sanità e i servizi sociali, ha già avviato il rientro accelerato nei parametri europei e annuncia un’altra stagione di tagli che produrranno un ulteriore riduzione dei consumi e nuove spinte recessive sull’economia.
Nel frattempo in coerenza con la sua ispirazione neoliberista elargisce ai lavoratori la cifra ridicola di 200 euro una tantum mentre tocca appena gli extraprofitti delle aziende che lucrano sugli aumenti, non utilizza il gettito extra dell’iva prodotto dai rincari, continua a non tassare le grandi ricchezze; non interviene con una norma per bloccare aumenti di bollette e carburanti per salvaguardare chi specula.
Partecipiamo convintamente allo sciopero dei sindacati di base perché condividiamo i contenuti della piattaforma, perché oggi c’è bisogno di rilanciare le lotte e perché consideriamo questo un momento di un più ampio percorso di unificazione di tutti i soggetti che si oppongono alle politiche neoliberiste in un unico grande movimento per il cambiamento.
Auspichiamo che anche la CGIL decida iniziative forti come lo sciopero generale su una piattaforma di pace e giustizia sociale.
Rifondazione Comunista sarà in piazza per dire “basta guerra, no a Putin e no alla Nato” e per chiedere il blocco degli aumenti delle bollette, prezzi calmierati sui generi alimentari di prima necessità, aumenti generalizzati di salari e pensioni, una nuova scala mobile, un salario minimo legale a 10 euro netti all’ora.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Care, cari,
vi inviamo, in allegato, il testo del comunicato stampa sullo sciopero dei sindacati di base del 20 maggio che invieremo domani mattina alle testate nazionali, in modo che voi possiate fare altrettanto con le testate locali e possiate riprodurlo nel numero di copie che servono per distribuirlo durante le manifestazioni previste in diverse città d'italia.

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro nazionale PRC-SE

Domani, primo maggio, sarebbe il giorno della Festa del Lavoro, ma per i lavoratori italiani c’è poco da festeggiare e molto per cui stare incazzati.
Non sono sufficienti altre parole per esprimere i sentimenti che suscita la sequenza dei dati che arrivano dal Censis e dall’Istat sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori e sull’aumento delle disuguaglianze.
Tra il 2010 e il 2020 le retribuzioni lorde sono diminuite dell’8,3% reale, peggio di noi solo la Grecia e la Spagna.
E’ confermata la condizione di inferiorità retributiva dei giovani che a 29 anni, l’età in cui servirebbero risorse per rendersi indipendenti o metter su famiglia, guadagnano il 40% in meno degli over 55; ancor più grave il gap di genere perché penalizza le donne in quanto tali indipendentemente dalle fasce d’età: guadagnano il 37% in meno degli uomini;
Il raffronto tra assunti a tempo determinato e indeterminato, i primi guadagnano il 32% meno dei secondi, spiega la corsa delle aziende ad aumentare la precarietà sostituendo lavoratori stabili a tempo pieno con posti precari.
il panorama delle disuguaglianze in un quadro di bassi salari generale viene concluso con la differenza di condizioni tra il nord e il sud del paese con un differenziale del 28% a danno delle lavoratrici e dei lavoratori del meridione d’Italia.
Non siamo sorpresi. Sono 40 anni che va avanti l’attacco ai salari; solo nel decennio precedente la perdita del potere d’acquisto è stata perfino più consistente arrivando a quasi 6 mila euro in meno per dipendente.
Ora sui loro redditi bassissimi, già colpiti dai recenti aumenti di bollette e costo della vita si vogliono scaricare i costi crescenti della guerra e delle sanzioni.
Lo conferma di nuovo puntualmente l’Istat prevedendo che “seguendo i meccanismi degli incrementi contrattuali seguiti fin qui la perdita di potere d’acquisto nel 2022 sarebbe di un altro 5%.”
Lo diciamo da tempo: occorre cambiare registro e rilanciare le lotte
La giornata del Primo Maggio deve segnare l’inizio di una nuova grande stagione di lotte che coinvolga tutto il mondo del lavoro e tutti i soggetti che pagano i costi delle crisi del capitalismo e della guerra per ribaltare le politiche neoliberiste e avviare il cambiamento.

Contro il governo della guerra e del carovita sciopero generale!

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/sinistra Europea

Care compagne, cari compagni,

Il primo maggio cade in una fase politica, economica e sociale molto difficile per il mondo del lavoro e i ceti popolari del nostro paese.
L’escalation della guerra in Ucraina e la guerra delle sanzioni stanno producendo effetti drammatici sulle economie e soprattutto sui ceti popolari già duramente colpiti dalla gestione della pandemia e dagli aumenti dei prezzi prodotti dalla crisi della globalizzazione.
E’ esplicita la volontà delle classi dominanti di scaricare i costi crescenti sui salari, le pensioni e i redditi bassi rifiutando di bloccare le bollette, di calmierare i prezzi, di aumentare i salari e di introdurre meccanismi di indicizzazione che proteggano dall’inflazione.
Al contrario prevale da parte del governo la scelta di proseguire e intensificare le spinte neoliberiste attuando politiche di bilancio restrittive e accorciando i tempi di rientro nei vincoli di bilancio come richiesto con forza da tutti gli organismi della governance europea; con la conseguenza che non ci sarà nulla per l’occupazione, per il pubblico (scuola e sanità), per una vera riconversione ecologica guidata dal pubblico.
E necessario l’impegno di tutto il partito per determinare le condizioni per la ripresa di un grande ciclo di lotte unificando soggetti sociali, sindacali e politici contro il neoliberismo, la guerra e l’economia di guerra.
Per questo invitiamo tutte e tutti a distribuire il volantino allegato in tutte le mobilitazioni del primo maggio.

In allegato il volantino.

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-Se
Antonello Patta, Segreteria nazionale, responsabile Lavoro nazionale Prc-Se
Ezio Locatelli, Segreteria nazionale, Responsabile Organizzazione Prc-Se

Ieri, finalmente, dopo mesi di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari di Anpal Servizi, cosiddetti navigator, si è aperto uno spiraglio per l’avvio del processo di valorizzazione delle professionalità all’interno del nuovo assetto delle politiche attive del Lavoro in Italia.

Il Ministro ha comunicato che a breve verrà pubblicato un decreto del Governo che prevede una nuova contrattualizzazione con Anpal Servizi, per la durata fino a 4 mesi e nello stesso tempo si avvia il confronto con i sindacati dei lavoratori per definire insieme i prossimi passaggi funzionali alla stabilizzazione nel sistema.

Il risultato non scontato è il risultato della tenacia dei 1884 navigator che non hanno smesso di lottare in difesa del loro posto di lavoro; Il Governo infatti aveva già deciso di trasferire competenze, funzioni e risorse per le attività finora svolte dai “navigator” alle agenzie private del lavoro.

Come Rifondazione Comunista continueremo a sostenere questa lotta fino alla stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori che rivendicano un ruolo centrale del sistema pubblico nella gestione dei servizi per il lavoro.
Antonello Patta, responsabile lavoro nazionale

Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Un altro morto sul lavoro! Un operaio è morto precipitando nel vano dell’ascensore durante le operazioni di manutenzione nella sede del ministero egli esteri a Roma.
Nemmeno oggi giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro ha avuto tregua la catena senza fine di morti che continua a funestare il mondo del lavoro nel nostro paese.
Nemmeno in una delle sedi delle massime istituzioni è garantita la sicurezza e la vita di chi lavora per vivere.
Ad aggiungere sconforto e rabbia giungono proprio oggi i dati dell’INPS su infortuni e morti sul lavoro nei primi tre mesi dell’anno; i primi sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del 50%, le seconde del 2,2%:
Si succedono i governi, si susseguono le promesse di impegno nei talk show in occasione dei rari casi che bucano gli schermi televisivi e superano il livello del trafiletto sui giornali e poi, immancabilmente, tutto torna come prima. Prevale la volontà politica di non interferire con la logica del profitto prima di tutto, di accettare di fatto una situazione in cui spesso le imprese, anche a fronte della certezza di non essere accusate per le inadempienze, non investono sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
Il gruppo ManifestA ha presentato alla Camera una proposta di legge che inasprisce le pene per omicidio sul lavoro nel caso di evidente non rispetto di norme di legge vincolanti; pensiamo vada accompagnata con l’apertura di un percorso di mobilitazione sociale e sindacale nel Paese che rimetta al centro l'urgenza di norme, controlli e ruolo centrale dei RLS per la ricostruzione di una cultura della salute e sicurezza tra le lavoratrici e i lavoratori.

Antonello Patta, responsabile lavoro Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Europea

Rifondazione sostiene la Pdl “omicidio sul lavoro” presentata ieri in conferenza stampa dalla componente parlamentare di ManifestA! e da Usb.Con tutti i limiti di un precetto penale, da solo insufficiente a modificare condotte illecite gravemente colpose rispetto all’obbligo di adozione di misure di prevenzione e protezione individuale e collettiva, questa legge è oggi assolutamente necessaria. Bisognava dare una risposta e un segnale, specie per quelle figure che devono avere strumenti e tutele per operare sul campo. In questo senso vanno lette sia la previsione normativa (art. 1 e art. 2) ) di coinvolgimento obbligatorio della figura del RLS negli accertamenti dei reati, sia la tutela espressa ( art. 3 , punto d) del lavoratore che denuncia le violazioni delle norme antinfortunistiche, “dal licenziamento, dal demansionamento e da qualsiasi altra forma di discriminazione”
Ora è necessario avviare un percorso di mobilitazione perché la Pdl VENGA CALENDARIZZATA NELLE COMMISSIONI coinvolgendo tutto il mondo del lavoro e le organizzazioni sindacali a partire dalla rilancio di un dibattito che rimetta al centro TUTTE LE tematiche che riguardano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Gianluca Schiavon, responsabile nazionale giustizia
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Rifondazione Comunista sostiene la mobilitazione promossa per domani, martedì 22 aprile da Usb con sciopero e manifestazione nazionale a Roma contro il “governo e del carovita e della guerra”, per “ alzare i salari e abbassare le armi”.
Di fronte a un governo che invece di adottare misure serie contro il carovita e gli aumenti delle bollette alimenta a fianco della Nato la spirale di sanzioni, riarmo e inasprimento della tragedia della guerra l’unica risposta è il rilancio e l’estensione delle lotte.
La lotta contro l’aumento delle spese militari, il riarmo e l’invio di armi in Ucraina e per la ripresa immediata dei negoziati di pace è l’unica strada per evitare il sacrificio del popolo ucraino e il pericolo di un escalation militare ancor più grave.
Allo stesso modo occorre contrastare l’orientamento del governo verso un economia di guerra che sta già producendo effetti devastanti sulle imprese che si scaricano con l’inflazione e i rischi occupazionali sul mondo del lavoro e i ceti popolari già tartassati da carovita e aumenti delle bollette che hanno colpito salari e pensioni già tra i più bassi d’Europa.
Per le spese militari i soldi si trovano mentre si invocano le rigidità di bilancio per continuare con la politica dei tagli e delle privatizzazioni; non si trovano i soldi per ridurre seriamente le bollette, ma non si tassano seriamente gli extraprofitti degli speculatori; non solo non si introduce una patrimoniale sulle grandi ricchezze, ma si continua con una tassazione di favore per le rendite e i capitali.
Occorre rilanciare le lotte costruendo un unico movimento contro la guerra e l’attacco ai salari e alle pensioni, alle condizioni di vita dei ceti popolari, per il blocco degli aumenti delle bollette, un salario minimo orario di dieci euro orari, un piano per l’occupazione, il rilancio degli investimenti nella scuola e nella sanità, per la riconversione ecologica.
Per questi motivi saremo presenti alla manifestazione nazionale che si terrà domani a Roma e invitiamo tutte e tutti a partecipare.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del Prc

Care compagne, cari compagni,

Venerdì 22 aprile si terrà a Roma una manifestazione nazionale in occasione dello sciopero generale indetto da Usb “contro il governo del carovita e della guerra”.
Considerata la centralità, anche dal nostro punto di vista dei temi al centro dell’iniziativa abbiamo deciso come partito di sostenere questa lotta e di organizzare la nostra presenza alla manifestazione.
Vi giriamo l’elenco delle regioni da cui partiranno i pullman organizzati da Usb con i riferimenti cui possono rivolgersi le compagne e i compagni che intendono partecipare alla manifestazione.

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro nazionale PRC-SE

ABRUZZO VAL DI SANGRO (SEVEL) ore 09,30; LANCIANO (uscita A/14) ore 09,50; PESCARA ovest (A/14ore 10,15 (info Romeo 328 7231426); PESCARA stazione BUS ore 10,30; SULMONA (uscita A 25) ore 11,00; AVEZZANO (uscita A 25) ore 11,45(info Yacouba 329 8849598); TERAMO stazione ore 10,30
L’Aquila ovest (usc. A24) ore 11,00 (info Armando 340 6425028- Massa 3333877148)

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA ore 8.00 Centroborgo, Via del Carroccio 2 Prenotazioni: 0510065997 - 3472433982 Luigi Marinelli – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE alle ore 4.00 mattino Risiera di S.Sabba prenotazioni 040 9654565 Massimo- 3497761535

CAMPANIA NAPOLI 081.207351 Maria 3297876351 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

LAZIO FROSINONE/Cassino 0775898181 Stefano Pollari 3739006909 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

LIGURIA GENOVA 010.416934 Maurizio 3452273436 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

LOMBARDIA MILANO ORE 5.00 mattino da P.zle Loreto Lucia- 393 6515389 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

MARCHE Ascoli/Ancona/Pesaro 0736782630 3291391512 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

PIEMONTE TORINO/Piemonte 011 655454 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Carlotta 3287574601

PUGLIA Emanuele 3334194401 099.7716525 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; Foggia TORRETTA ANTONACCI CHIEDERE A UMBERTO

TRENTINO TRENTO 3290625572 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

VENETO Verona/Padova/Vicenza 348 5279562 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ancora morti sul lavoro, continua la strage infinita di figli della classe operaia sacrificati sull'altare del profitto, due morti al giorno dall’inizio dell’anno. Le indagini ci diranno le dinamiche e le circostanze all’origine di quest’ennesima tragedia, "la causa determinante" dell'evento infortunistico; ma per quanto riguarda i due episodi infausti di Sassari e Cesena, lavoratori alle dipendenze di aziende fornitrici di servizi, sembra già chiaro che sono stati colpiti/travolti inaspettatamente da attrezzature perché non sapevano come gestirle. Il crollo del solaio a Trento e la caduta dall'alto nel Bresciano invece non sono archiviabili come le solite, ineluttabili "maledizioni" del lavoro in edilizia ma all'assenza di procedure dovute, alla totale mancanza di valutazione del rischio nello specifico ambiente di lavoro e alla violazione di elementari misure di prevenzione.
Verrebbe da fare una provocazione: dove era il preposto di quella azienda che, dopo la L. 215/2021 del Governo Draghi, doveva vigilare sulla sicurezza dei processi produttivi? Indagheremo e scopriremo qual è in quelle province la dotazione di personale ASP e INL impegnati ed impegnabili nell'assolvimento dei livelli essenziali di assistenza relativi alla tutela della salute e sicurezza, che, come abbiamo denunciato spesso sono molto al disotto del minimo necessario in tutto il paese.
Intanto non si può sottacere l’evidente mancanza di formazione dei lavoratori sulle norme di sicurezza che determina spesso la non percezione del rischio stesso, fenomeno accentuato dall’assunzione, specie in edilizia di personale precario o occasionale vessato con ritmi di lavoro che rendono impossibile il lavoro in sicurezza.
E’ intollerabile che il governo non intervenga seriamente a garantire la fine di questa strage e continui a mantenere in vita leggi che rendono i lavoratori ricattabili e disponibili ad accettare sfruttamento e condizioni di lavoro non sicure.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea

Siamo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori oggi mobilitati con presidi davanti alle prefetture di tutta Italia per protestare contro un ulteriore liberalizzazione degli appalti

Sono almeno un milione i posti di lavoro a rischio se il DDL appalti venisse approvato alla Camera nella stessa versione passata al senato dove è andata in scena la semplificazione secondo il governo Draghi: l’eliminazione dell’obbligo di inserire, nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità di manodopera, la clausola sociale, presente nel codice dei contratti pubblici, che prevede la continuità occupazionale del personale impiegato.

Con conseguenze gravissime per centinaia di migliaia di lavoratori e soprattutto lavoratrici che tengono in vita servizi essenziali con incarichi precari e mal pagati: a ogni cambio d’appalto rischierebbero il posto di lavoro e il magrissimo reddito che portano a casa.

Draghi e i partiti che lo sostengono proseguono le politiche neoliberiste che hanno fatto dell’esternalizzazione dei servizi pubblici un potente strumento di diffusione della precarietà nel paese e di riduzione dei costi ai danni delle paghe dei lavoratori e della qualità dei servizi

Ora non solo non fanno nulla contro le vergognose condizioni di precarietà diffuse nel mondo del lavoro, la piaga della disoccupazione e della sottoccupazione, i bassi salari, ma non perdono occasione per accentuare sempre più il potere discrezionale delle imprese sui lavoratori.

Sosteniamo questa lotta e la richiesta, avanzata dai sindacati confederali, che la Camera reintroduca l’obbligo dell’inserimento della clausola sociale nei bandi di gara.

Ma l’impegno fondamentale è quello di rilanciare le lotte fino allo sciopero generale per aumenti salariali consistenti, il salario minimo per tutte e tutti, l’assunzione di almeno un milione di dipendenti pubblici e l’eliminazione completa della precarietà nel pubblico con la reinternalizzazione di tutto ciò che è stato esternalizzato.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Draghi oggi a Torino per la firma del cosiddetto Patto per la Città ha presentato come un grande investimento la destinazione di 8,7 miliardi per “aiutare le aziende del settore dell’automotive nella transizione ecologica aumentando la domanda e sostenendo l’offerta”.
Ma le risorse di cui parla Draghi, non solo sono piccola cosa rispetto a quelle investite in altri paesi europei, ma vengono erogate a pioggia ad aziende responsabili in gran parte della crisi che attraversa il settore che hanno scelto di sopravvivere senza investire in innovazione e ricerca e puntando sullo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori; il risultato è che nell’automotive oggi sono a rischio molte aziende e decine di migliaia di posti di lavoro e negli stabilimenti Stellantis si va avanti a cassa integrazione e ridottissimo utilizzo degli impianti. In queste condizioni in un paese che oramai produce solo un quarto delle auto vendute c’è pure la beffa che i soldi andranno dritti dritti a “sostenere” imprese di altri paesi.
Servono investimenti pubblici e anche consistenti ma a patto che siano finalizzati ad una riconversione verso una mobilità alternativa, anche collettiva e pubblica che mentre riqualifica e rilancia il tessuto produttivo nazionale salvaguardi l’occupazione di qualità anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
E questo non può avvenire lasciando scelte fondamentali del paese alle dinamiche spontanee di un capitalismo come quello italiano che ha prodotto il disastro in cui ci troviamo. Occorre che lo stato determini gli indirizzi e guidi anche direttamente i processi entrando subito, come avviene in Francia, nel capitale di Stellantis, da cui dipende la metà della produzione componentistica italiana; altrimenti continuerà inesorabilmente il processo che in pochi anni ci ha portato da secondo a settimo produttore d’auto in Europa.

Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro
Fausto Cristofari, segretario della federazione di Torino
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Continueranno a ricevere un salario corrispondente alle attuali 40 ore settimanali i 260 lavoratori del cantiere navale del gruppo Ferretti di Ancona, ma con una riduzione dell’orario a 35 ore lavorando tutti su un unico turno. Un esempio da seguire in tutte le aziende. un risultato quello ottenuto con la firma dell’accordo del contratto integrativo tra azienda e Rsu Fiom-Cgil che andrebbe generalizzato attraverso l'approvazione di una legge per la riduzione drastica dell'orario di lavoro a parità di salario. Una proposta che avanziamo da decenni e che in altri stati, come la Francia, divenne legge nel 1996.
L’aumento enorme della produttività del lavoro degli ultimi decenni rende possibile la ripresa del cammino storico del movimento operaio verso la liberazione di tempo di lavoro a vantaggio di quello da dedicare alla vita, alla cura, alla cultura e allo svago; è una delle risposte fondamentali per contrastare l’irrazionalità di un sistema che vede chi un lavoro ce l’ha fare troppe ore a fronte di un esercito di 6 milioni di disoccupati reali: una disoccupazione e una precarietà funzionali a mantenere le lavoratrici e i lavoratori in una condizioni di sfruttamento e ricattabilità.
In Italia i partiti di governo e il padronato rifiutano pervicacemente persino il dibattito su questo tema così come sul salario minimo, mentre si mantengono leggi che aumentano lo sfruttamento e perpetuano un sistema produttivo fondato su bassi salari e scarsa innovazione;
Non Basta! Con il ripristino della legge Fornero sulle pensioni si allunga nel suo insieme la vita lavorativa e si apparecchia una vita da fame per i futuri pensionati.
Si smetta di spendere soldi per le armi e si utilizzino le risorse pubbliche per creare buona occupazione nella riconversione ecologica dell’economia accompagnata dalla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e dall’assunzione di almeno un milione di dipendenti che rafforzino il ruolo pubblico nella cura delle persone e dell’ambiente.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

crn30

Oggi i navigator, in lotta da molti mesi per la stabilizzazione del posto di lavoro, manifestano a Roma, davanti al Mise, in occasione dello sciopero nazionale indetto da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp; protestano contro il rifiuto del governo di dare una risposta positiva alla loro domanda di stabilità che coincide, peraltro, con la necessità riconosciuta da tutti di rafforzare le politiche attive del lavoro.
La loro è una vertenza che va avanti molti mesi, hanno dovuto conquistare con una mobilitazione continuata nel tempo due proroghe al contratto stipulato quasi tre anni fa e oggi sono costretti a continuare la lotta per ottenere finalmente una certezza per il loro futuro.
E questo nonostante, grazie alla qualificazione professionale e all’esperienza acquisita, siano diventati parte integrante del sistema dei servizi per l’impiego e nonostante questi siano perennemente in difficoltà per le carenze di organico.
Non è più accettabile che i ministri orlando e Brunetta continuino a rifiutare di incontrare le loro rappresentanze sindacali e confrontarsi per arrivare a una soluzione positiva della vertenza; le risorse del Pnrr siano utilizzate per creare buona occupazione potenziando al contempo funzioni e servizi pubblici rilevanti come questo e non date alle imprese per ristrutturarsi ai danni dei diritti e dell’occupazione.
Rifondazione Comunista è oggi in piazza a fianco della lotta dei navigator per il potenziamento dei servizi dell’impiego e la stabilità del posto di lavoro necessaria per impedire che altre duemila persone vadano ad ingrossare l’esercito dei disoccupati, grande vergogna di questo paese!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale Lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Cerca

App XI Congresso

Telegram Rifondazione

telegram-appprc190

Skill Alexa

191016lavoro

Conferenza lavoratrici e lavoratori 2021

Sostieni il Partito


 

COME SOTTOSCRIVERE

  • tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.
  • attivando un RID online o utilizzando questo modulo
  • con carta di credito sul circuito sicuro PayPal (bottone DONAZIONE PayPal sopra)

Ricordiamo che le sottoscrizioni eseguite con la causale erogazione liberale a favore di partito politico potranno essere detratte con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno