Domani finalmente, dopo anni di promesse non mantenute da parte di Stellantis e del Governo, tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore auto sono chiamati da Fiom, Fim e Uilm a uno sciopero unitario contro la lenta agonia degli stabilimenti e la perdita di posti di lavoro.
È la giusta risposta contro l’uso di soldi pubblici a favore di gruppi come Fiat ieri e Stellantis che invece di rilanciare le produzioni riducono sempre più il numero di auto prodotte con ricorso continuo alla cassa integrazione, riduzione al minimo dell’utilizzo degli impianti, incentivi ai licenziamenti.
È una lotta contro un governo che in Europa sostiene la stessa linea delle aziende che per decenni hanno continuato a puntare su auto inquinanti e obsolete mentre diventava sempre più devastante l’emergenza climatica e per questo oggi registrano un clamoroso ritardo industriale e tecnologico.
È una mobilitazione importante per chiedere che i soldi pubblici siano utilizzati per agire politiche industriali, col controllo diretto dello stato nei settori strategici come l’auto; per rilanciare le produzioni in calo drammatico, salvaguardare l’occupazione e riconvertire le produzioni in direzione ambientalmente sostenibile.
Quella dell’auto richiama una crisi più generale che colpisce tutto il paese, con molti settori a rischio e privo di strategie produttive per l’oggi e per il domani, con un crollo della domanda a causa dei bassi salari che colpisce sia l’auto che gli altri settori.
Per tutto questo occorrono il rilancio del trasporto collettivo e pubblico con veicoli non inquinanti; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per compensare l’aumento della produttività e la semplificazione tecnologica che accompagna l’automazione digitale e l’elettrico; l ’introduzione del salario minimo a 10 euro e l’aumento generalizzato dei salari e delle pensioni con l’indicizzazione completa all’inflazione; l’introduzione di un reddito minimo garantito e universale per combattere la povertà; l’abbassamento dell’età pensionabile per permettere ai lavoratori anziani di lasciare liberi i posti di lavoro per i giovani, che vanno formati per le nuove produzioni, il rilancio della sanità pubblica e dello stato sociale.
Con questi obiettivi domani 18 ottobre saremo a Roma alla manifestazione nazionale e per dire che riteniamo questa lotta parte di un percorso per costruire un grande sciopero generale nazionale.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea