di Gennaro Carotenuto
Candidano il moderato Mitt Romney, ma il cuore del partito repubblicano statunitense batte per l’estremista Paul Ryan, candidato alla vicepresidenza e unico in grado di scaldare i cuori in uno dei partiti conservatori più di destra al mondo. Romney ha un programma reaganiano classico, che in sé basterebbe a caratterizzarlo come tecnocrate che vuole applicare le stesse ricette che hanno avvitato l’Occidente nella crisi generata negli ultimi trent’anni dalla straordinaria avidità delle proprie classe dirigenti. Per il continuo slittamento a destra di queste Romney è però appena un uomo dello schermo. Serve per provare a vincere le elezioni ma quel tocco di odio sociale, capace di emozionare i militanti, lo mette il suo vice che incarna la vera anima del partito e compie un passo avanti nel rompere due secoli di costruzione di una società di massa che chiamiamo democrazia.