Le mozioni approvate
L'assemblea del comitato nazionale vota si per fermare il nucleare, visto il documento finale
Mozione 1
Riconoscendo che una vera alternativa nell'utilizzo dell'energia e nella gestione del territorio include inevitabilmente anche un nuovo e diverso modello di mobilità che abbandoni i grandi progetti energivori - che in realtà non servono alle esigenze delle persone di questo paese – esprime pieno sostegno alla popolazione della Val di Susa, che sta rivendicando con decisione il diritto ad un vero dibattito pubblico e a decisioni partecipate.
Mozione 2
Esprime la volontà di sopprimere la norma reltiva al segreto di stato sugli impianti per la produzione di energia e la loro localizzazione (DPCM aprile 2008). Tale norma, infatti, nega ai cittadini il diritto all'accesso all'informazione e alla partecipazione al processo decisionale in materia ambientale, sancito dalla convenzione internazionale di Arbus del 1998, recepita dall'Italia con la legge 108/2001
Ordine del Giorno
(Presentato da Vincenzo Pillai, Sardegna)
Il Summit del G8 alla Maddalena (5 luglio) ha disvelato pubblicamente quanto sostenuto dal movimento Sardo che ha rilanciato la mobilitazione dopo il risultato sul referendum consultivo antinucleare.
Infatti, il Comandante in Capo del Fronte Sud della NATO, ha detto esplicitamente che l’insediamento dei radar lungo le coste occidentali della Sardegna fa parte del piano di difesa della NATO: una cortina elettronica fino ad ora presentata come semplice controllo dei movimenti migratori.
Da tempo i Comitati NO RADAR presidiano 4 siti con l’appoggio delle popolazioni e di molti Sindaci e hanno ottenuto un primo parziale successo: il TAR, diversamente dall’Avvocatura dello Stato, il 6 luglio, ha ritenuto accoglibili le motivazioni presentate dal Sindaco di Tresnuraghes, circa il diritto dei Consiglio Comunali di pronunciarsi su insediamenti che possono arrecare danni alla salute delle popolazioni e all’equilibrio dell’ecosistema.
L’Assemblea Nazionale dei Comitati Contro il Nucleare solidarizza con la lotta dei Comitati NO RADAR impegnati a liberare la Sardegna dalle basi militari perché fa parte di una comune prospettiva di difesa dell’ambiente e dei beni comuni, in stretta connessione con un modello di produrre e consumare che può realizzare posti di lavoro buono.

Il 9 marzo 2014 si è compiuto l’ultimo passaggio necessario al completamento del rapporto tra ABC, Acqua Bene Comune, l’azienda speciale del Comune di Napoli che gestisce il servizio idrico, ed il comune stesso. Il Consiglio Comunale, su indicazione della giunta De Magistris, ha infatti deliberato le necessarie modifiche statutarie (istituzionalizzazione della partecipazione democratica nel Consiglio d’ Amministrazione; esclusione della possibilità di partecipazioni a SpA, ed apertura ai Consorzi di Comuni per l’Acqua Pubblica; devoluzione dell’1% degli utili per interventi in Paesi in via di Sviluppo) e soprattutto ha firmato l’atto di concessione trentennale del servizio idrico all’azienda speciale. Il comitato acqua di Napoli, il comitato regionale campano e il F.I.M.A. hanno potuto finalmente festeggiare il termine di un lungo percorso che comincia nel 2004, quando viene impugnata la delibera dell’allora giunta regionale Bassolino che prevede la privatizzazione del servizio idrico a livello regionale.
Rosa Rinaldi, Fabio Alberti (FDS-PRC)
I lavoratori della cellula di fabbrica ILVA del Partito della Rifondazione Comunista leggono con estrema preoccupazione gli ultimissimi sviluppi del dibattito che vede ambiente e occupazione in contrapposizione sempre più netta. Noi che viviamo la problematica in maniera doppia (meglio dire completa), tanto come lavoratori quanto come cittadini, non possiamo non notare e denunciare il pericoloso cambiamento di fase che rischia di portare a conseguenze nefaste per la tenuta sociale del nostro territorio.
Per 40 anni hanno avvelenato noi cittadini savonesi con 5.000 (CINQUEMILA) tonnellate di carbone al giorno.



