I dati forniti da Eurostat nel "Quadro di valutazione sociale” smentiscono mesi di trionfalismo del governo su occupazione e salari.
Secondo l’istituto europeo infatti anche nel 2023 in Italia il reddito disponibile reale lordo delle famiglie diminuisce ancora confermando la posizione di fanalino di coda del nostro paese in Europa.
Stabilito a 100 il reddito del 2008, mentre nei 27 paesi dell’Unione la media dei redditi nell’anno scorso sale da 110,12 a 110,82, in Italia si ha un nuovo calo da 94,15 a 93,74. Una diminuzione
di quasi sette punti rispetto al 2008 e un differenziale di ben 17 punti rispetto agli altri paesi europei che confermano la dinamica già registrata dall’Ocse in relazione ai salari che nel nostro paese continuano ad arretrare sia in relazione agli altri paesi che in termini assoluti.
Come testimonia anche la sofferenza in materia di consumi le lavoratrici e i lavoratori italiani non se la passano bene come vorrebbe far credere la retorica del governo che continua a eludere il
problema dei bassi salari, la causa principale del peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Siamo l’unico paese al mondo nel quale i salari reali negli ultimi 30 anni sono diminuiti; abbiamo il 30% delle retribuzioni intorno agli 11 mila euro lordi, cioè prossimi alla soglia di povertà lavorativa;
milioni di lavoratrici e lavoratori grazie al ricatto occupazionale, alla precarietà, ai part time obbligati, al lavoro nero e grigio ricevono stipendi da fame. E anche molti contratti regolari prevedono salari insufficienti per garantire quella vita dignitosa prevista dalla Costituzione.
Di fronte a questa situazione insopportabile il governo continua a tenere bloccata, contravvenendo anche al regolamento del Senato, la proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo
a 10 euro l’ora indicizzato all’inflazione che abbiamo presentato come Unione Popolare, e l’opposizione parlamentare tace.
Solo un grande rilancio delle lotte su una piattaforma che unifichi tutti i soggetti colpiti nei redditi e nei diritti, che rimetta in campo la questione dei salari e l’introduzione del salario minimo, può
sconfiggere la protervia di questo governo e, affiancando un grande impegno a sostegno dei referendum sul lavoro e contro ogni autonomia differenziata, portare a una sconfitta delle destre la
prossima primavera.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea