Controlli fasulli sulle aziende in materia di sicurezza sul lavoro. E’ questa la risposta ipocrita del governo Meloni alla tragedia infinita di morti sul lavoro che arriva dopo le promesse seguite alle stragi dell’Esselunga, di Brandizzo e Suviana.
Da non credersi, a fronte di una situazione in cui alle imprese è garantita la quasi certezza dell’impunità a causa dello scarso numero di controlli, che peraltro riscontrano percentuali di irregolarità altissime, dal 2 agosto gli ispettori saranno tenuti ad avvisare le imprese 10 giorni prima del controllo:
Se finora la scarsità dei controlli garantiva la quasi impunità alle imprese irregolari con questa norma il valore di deterrenza delle ispezioni viene azzerato: puoi violare le norme o utilizzare lavoratori in nero mettendo tutto sotto il tappeto il giorno dell’ispezione.
Ma i regali non finiscono qui: le irregolarità possono essere sanate in 20 giorni a costo zero e nel caso in cui il controllo non evidenzi criticità l’impresa è esentata da nuove ispezioni per i successivi 10 mesi.
È un liberi tutti, un invito a violare le norme, un’estensione dell’impunità che si aggiunge alla totale insufficienza dei controlli e ai processi che nella stragrande maggioranza finiscono con la prescrizione o con sanzioni risibili.
È l’ennesima manifestazione del sostegno delle destre verso le più brutali forme di sfruttamento indifferenti alla vita delle persone in nome del profitto a tutti i costi. Ciò è confermato dalla ferocia della cosiddetta patente a punti con la quale, dal primo di ottobre, la vita degli esseri umani verrà pagata, come in una lotteria, con la perdita di crediti, ma solo se il processo arriverà a un’improbabile condanna dell’azienda.
Solo con le lotte si potranno imporre a questo governo le misure necessarie per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dall’introduzione del reato di omicidio sul lavoro accogliendo la proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Senato, dall’assunzione di un numero adeguato di ispettori per garantire i controlli necessari, dall’introduzione di una procura nazionale del lavoro.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea