Sono gli stessi che quand’erano all’opposizione giuravano di difendere la compagnia di bandiera in quanto asset strategico del Paese e di tutelare i 10500 lavoratori ex Alitalia, quelli che, oggi al governo, con grande faccia tosta, svendono Ita a Lufthansa.
Con soli 325 milioni i tedeschi si assicurano il 41 per cento di Ita, smagrita dall’obbligo di cedere un bel po' di slot che garantivano voli dall’Italia verso l’Europa e gli Usa, e il comando della società senza attendere di salire al 100% garantitogli.
In questo modo Lufthansa si assicura un ricco flusso di passeggeri per rimpolpare gli hub tedeschi base dei voli internazionali a discapito degli aeroporti italiani. La Germania fa i propri interessi, ma dove sono finite le promesse elettorali delle destre che fino a due anni fa giuravano sulla difesa degli asset industriali strategici per l’economia del Paese?
Sulla Tim abbiamo visto andare in scena lo stesso film con la rete svenduta al fondo Usa KKR con grave rischio per la tutela dei nostri dati. Quando la Meloni era all’opposizione spergiurava che una volta giunta al governo avrebbe impedito la vendita della rete che “non può essere privata come non lo è da nessuna parte per un fatto di sicurezza e tutela dell’interesse nazionale”.
Ma non si fermano qui; non solo non intendono attuare un intervento pubblico nell’economia che, solo, potrebbe salvare da morte certa industrie strategiche del Paese, ma hanno deciso altri 20 miliardi di privatizzazioni di società decisive per agire le politiche industriali che sarebbero necessarie per fermare il declino dell’Italia e la sua progressiva divergenza dagli stati del centro/nord Europa.
Oramai è chiaro che dietro la retorica della difesa della patria si nasconde la subalternità totale della Meloni e delle destre a un capitalismo distruttivo e predatorio che, approfittando anche delle crisi, da anni fa shopping in Italia a prezzi di svendita; che la difesa dei “nostri” è buona solo per mettere lavoratori contro lavoratori mentre si arriva a festeggiare la (s)vendita, così il ministro Giorgetti, alla faccia dei 2200 lavoratori di Ita licenziati in barba a tutte le promesse di essere riassorbiti.
E’ sempre più chiaro che i lavoratori e il paese si difendono solo cacciando le destre dal governo.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea