Sulla questione delle risorse idriche in Calabria dobbiamo passare all’azione se non vogliamo che la giunta regionale  reazionaria del presidente Scopelliti, con l’appoggio degli ambienti del centro-sinistra cointeressati alla gestione privatistica dell’acqua pubblica, proceda speditamente in direzione della vanificazione degli esiti referendari.

Una sintetica cronistoria. Nel 1997 il consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge regionale 3 ottobre 1997 n. 10, recante: "Norme in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche …".

All’articolo 40 la citata legge prevede che l’acqua dei calabresi possa diventare oggetto di profitto capitalistico. Si riportano nel seguito i commi fondamentali.

1. La Giunta regionale è autorizzata, ai sensi dell'art. 22, comma 3, lett. e), della legge n. 142 del 1990, a costituire una società mista a prevalente capitale pubblico, per garantire su tutto il territorio regionale un equilibrio del bilancio idrico e la priorità negli usi, in attuazione di quanto previsto dagli articoli 2, 3, comma 1 e 2, e 10, comma 7, della legge n. 36 del 1994, nonché dagli articoli 3 e 10 della legge n. 183 del 1989.

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di Emilio Molinari

La multiutility del Nord è una realtà che nel silenzio generale va costruendosi pezzo per pezzo ed io, permettetemelo, sono indignato e sono sicuro che lo sarebbero 27 milioni di italiani del referendum del giugno scorso, se solo lo sapessero. La multiutiliy del Nord: si chiama così un mostro finanziario figlio del ministro Passera, dell'assessore Tabacci di Milano e del sindaco Fassino di Torino. Molto oltre la privatizzazione e la vendita della maggioranza delle quote azionarie di una Spa partecipata da comuni, come sta avvenendo per Acea a Roma e Sea a Milano.
Parlo di un progetto che via via, porterà alla finanziarizzazione di tutti i servizi pubblici locali strategici e, in senso lato, dei beni comuni essenziali: acqua, energia e smaltimento dei rifiuti.

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Articolo tratto da http://info.rsi.ch

Amianto, Schmidheiny ricorre

Contro la sentenza emessa in febbraio a Torino

Stephan Schmidheiny ha inoltrato ricorso contro la sentenza sul caso Eternit emessa da un tribunale di Torino in febbraio. Lui e il barone belga Louis de Cartier erano stati condannati a 16 anni di carcere e a risarcimenti milionari per disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele anti-infortuni.

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di Nando Mainardi

Venerdì scorso, al campo sportivo di Fossoli, frazione di Carpi, si è tenuta una riunione “straordinaria” e congiunta del Comitato Politico Regionale del Prc emiliano-romagnolo e del Comitato Politico Federale modenese sul terremoto. Infatti, anche se i riflettori dei giornali e delle tivù si stanno spegnendo, siamo ancora nel pieno dell’emergenza: ad oggi, circa diecimila persone rimaste senza un tetto alloggiano e dormono assistite dalla Protezione Civile. E altre cinque, seimila si stanno arrangiando in campi spontanei o comunque hanno trovato soluzioni per conto proprio, poggiando su reti parentali e amicali.

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Altro che CRESCITALIA! La legge n. 27 del 24 Marzo 2012 e la bozza del decreto legge sviluppo e crescita del 13 giugno 2012 riguardante lo “sviluppo di nuove risorse energetiche e minerarie nazionali strategiche” fanno solo gli interessi dei trivellatori e dei petrolieri, trasformano il territorio in una "gruviera", deprivano i cittadini e le comunità locali del bene fondamentale che e' il territorio. La parola d’ordine è deregolamentare e cancellare qualunque vincolo che salvaguardi il territorio ed il paesaggio per far sì che la “trivella libera” prosperi.

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