Non si risparmia nessuna occasione di repressione nel “Bel Paese” delle ingiustizie e delle disuguaglianze. Che siano lavoratori e lavoratrici che difendono il posto di lavoro o studenti, che occupano le scuole per rivendicare il diritto allo studio, il tentativo è sempre lo stesso: intimidire, reprimere, asnnullare qualsiasi forma di conflitto.

Ragazzi e ragazze, che con la Didattica a distanza hanno perso tanto della scuola che forma davvero, hanno voluto dimostrare con le occupazioni la voglia di riprendersi ciò che è loro dovuto per diritto costituzionale, hanno voluto esprimere il disagio di una generazione senza futuro, che vive in scuole degradate, dotate di un terzo di personale precario, senza risorse e sicurezza nelle classi e nei trasporti affollati, questioni che non rientrano nei problemi da prendere in considerazione con i fondi europei, per il governo Draghi.

In compenso, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio Pinneri, invia una circolare alle scuole superiori, per invitare i dirigenti scolastici a reprimere e intimidire gli/le occupanti: “......vi chiedo, ove vi troviate in questa situazione, di denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio e di chiedere lo sgombero dell’edificio, avendo cura di identificare, nella denuncia, quanti possiate degli occupanti....”

Ricordiamo al solerte dirigente regionale del Lazio, che oltre al diritto politico di manifestare per i propri diritti la giurisprudenza, in innumerevoli sentenze, sostiene che le occupazioni non si configurano come reato quando costituiscono “permanenza” e in una di queste si chiarisce che: “l'edificio scolastico, pur appartenendo allo Stato non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non sia configurabile un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività didattica..”

Rifondazione Comunista è a fianco degli studenti e delle studentesse che lottano per il diritto allo studio e si impegna a sostenerli anche dal punto di vista legale, se necessario.

Loredana Fraleone – responsabile Scuola Università Ricerca PRC/SE
Giovanni Russo Spena – responsabile Democrazia Diritti Istituzioni PRC/SE

Grande importanza, per tutto il mondo del lavoro, che sarà mobilitato il 16 dicembre, ha lo sciopero del 10, che vedrà coinvolto il personale della Scuola a livello nazionale. Uno sciopero indetto da FLCGIL, UIL Scuola, GILDA, SNALS, COBAS, CUB, promosso su piattaforme molto simili con al centro le retribuzioni, la stabilizzazione dei docenti, la fine delle classi pollaio e la vergognosa carenza di insegnanti di sostegno. Un'occasione preziosa per la ricostruzione dell'unità di una categoria, che non solo soffre di una condizione retributiva inferiore di diversi punti a quella dei colleghi europei, ma che ha visto aumentare i carichi di lavoro in un contesto di insicurezza, di confusione normativa, di persistenza delle classi sovraffollate e di un precariato esposto a una girandola di incarichi spesso scriteriati e senza una prospettiva di stabilizzazione nel breve periodo.

Le misure previste per il DDL Bilancio 2022 e l’utilizzo dei fondi europei previsto nel PNRR non danno risposte ai problemi, che affliggono le lavoratrici e i lavoratori della scuola e di riflesso gli alunni e le alunne. Viene messa a disposizione per il contratto, scaduto da tempo, una cifra irrisoria, che per di più dovrebbe premiare la “dedizione al lavoro”, una misura iniqua e inquietante per la sua natura discriminatoria.

Il PRC/SE sostenendo lo sciopero per i diritti del personale della scuola intende tutelare anche quelli delle nuove generazioni.

Loredana Fraleone, responsabile nazionale scuola
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Facciamo notare al ministro della transizione ecologica che un digital manager, senza conoscenze storiche e di quelle discipline considerate inutili, difficilmente sarà un operatore creativo e flessibile, capace di affrontare gli imprevisti. Per ottenere quella qualifica esistono corsi e master di pochi giorni o mesi, alcuni gestiti direttamente dalle imprese, per garantirsi le competenze specifiche di cui hanno bisogno. Facciamo notare, a questo cultore della semplificazione, che servono sempre maggiori strumenti e soprattutto una grande capacità di approfondimento, anche per lo sviluppo del capitalismo che gli sta tanto a cuore, che necessita di sempre maggiore complessità e produce una realtà sempre più complessa, a partire dalle questioni ambientali di cui Cingolani si dovrebbe occupare. Facciamo notare che persino negli USA, paese di sicuro riferimento per il ministro del governo Draghi si sta diffondendo l'idea che gli studi umanistici siano fondamentali per la comprensione della realtà e di sé stessi. Forse più che la transizione ecologica Cingolani vorrebbe fare quella verso l'ignoranza. La Storia serve anche a non farsi fregare dai Cingolani e dai Draghi.

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale
Loredana Fraleone, resp. Scuola, università e ricerca, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Care compagne e cari compagni,

inviamo un volantino fronte/retro sulla scuola in versione per la stampa (a colori e b/n) e per i social.

Vi proponiamo, come concordato dal dipartimento scuola, che venga utilizzato per volantinaggi e iniziative il prossimo 20 novembre, in occasione della giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nei luoghi che riterrete più opportuni.

Invieremo un comunicato da inviare ai media locali per annunciare le iniziative.

Chiediamo di comunicare dove saranno effettuati i volantinaggi alla compagna Loredana Fraleone Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. e le foto via whatsapp al compagno Stefano Galieni 3471777846.

La mobilitazione che vi proponiamo deve impegnare tutto il partito vista la centralità del tema. Il governo Draghi ha scelto con il PNRR di non investire sul rilancio del pubblico e in particolare della scuola pubblica.

Buon lavoro

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Loredana Fraleone, responsabile Scuola PRC-SE

volantino scuola fronte

volantino scuola retro

 

di *Loredana Fraleone -

Sono in pieno svolgimento gli esami di maturità, che vengono ancora chiamati così, tanto forte è nell'immaginario collettivo quello che è sempre stato vissuto come un rito di passaggio. Nella vita dei giovani che l'affrontano c'è sempre stato infatti un prima e un dopo la “maturità”. I diplomati in Italia, con un misero 62%, sono ben al di sotto della media europea al 79% e se la percentuale dei diplomati si può considerare un indicatore per valutare il livello di istruzione della popolazione, si vede bene come il divario con gli altri paesi europei sia la rappresentazione plastica di un paese, che si occupa dei giovani solo in quanto consumatori.
I maturandi attuali sono tra coloro che hanno potuto completare il loro percorso di studi, mentre tanti e tante, troppi, si sono persi durante gli anni, invertendo già da prima della pandemia quella riduzione dell'abbandono scolastico, che indica la mancanza di cura, da parte dei governi degli ultimi decenni, della scuola e del futuro delle nuove generazioni.
Circolano sulla dispersione scolastica indagini significative sul 2020, a fronte dell'assenza di dati ufficiali. “Save the children” segnala, in una di queste che nel 28% delle classi superiori almeno uno studente ha abbandonato, secondo l'IPSOS vi sarebbero circa 34.000 mila studenti dispersi, mentre la Comunità di Sant'Egidio fa salire il dato a circa 160.000.
Al di là della precisione di dati comunque allarmanti, lo stato del sistema di istruzione italiano, Università e scuola per l'infanzia comprese, è emerso in tutta la sua fragilità durante la pandemia: classi affollate, costi sempre più insostenibili per le famiglie, precariato dei docenti lungi dall'essere anche solo ridimensionato, un lavoro sempre più intenso e complicato per insegnanti che non vedono luce sul contratto di lavoro. L'elenco potrebbe allungarsi, ma ciò che va messo bene in evidenza è che da parte dell'attuale governo l'ossessione per l'intensificazione del rapporto scuola/mercato del lavoro è l'unica preoccupazione reale. Non la sicurezza, non una formazione in grado di misurarsi con la complessità, non investimenti in linea con quelli di altri paesi europei, ma solo l'impegno per un sistema che si vuole dimensionare il più possibile ai bisogni dell'impresa, ammesso che l'appiattimento culturale serva davvero ad imprese realmente competitive. E' emblematico che nell'esame di maturità dell'era Covid, su quattro punti da discutere, vi sia l'esperienza dei così detti Percorsi per le Competenze trasversali e l'Orientamento (PCTO), cioè l'Alternanza Scuola Lavoro, che ha cambiato definizione per essere più digeribile e non ha nulla a che vedere con le prospettive di lavoro dei/delle giovani, ma serve solo a quella egemonia culturale dell'impresa e del mercato, a cui deve sembrare inevitabile sottomettersi.
Tuttavia non è stato completamente pacificato il mondo della scuola, non lo fu neanche sotto il fascismo in fondo, forse per la sua natura intrinseca, forse per i legami storici con la Costituzione, forse per le contraddizioni che sopporta da troppo tempo. In questo anno di buio pandemico è stato l'unico segmento della società a mobilitarsi a fare proposte non solo per la fase terribile che stiamo ancora vivendo, ma anche per una prospettiva in cui l'accesso all'istruzione non sia un'evocazione costituzionale ma un reale diritto universale per l'emancipazione delle persone.
Ai ragazzi e alle ragazze impegnati negli esami di questi giorni bisogna rivolgere gli auguri, ma anche il messaggio che il dopo maturità potrà essere un salto nel vuoto, se non cercheranno di prendere in mano il proprio futuro, a partire dalla trasformazione del mondo in cui vivono.

*Responsabile Scuola Università Ricerca PRC/SE

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