Al tavolo convocato in pompa magna con tutte le parti sociali il ministro Orlando si è ripresentato con una proposta totalmente inadeguata, che mantiene l’impostazione inaccettabile delle linee guida e soprattutto senza nessuna cifra relativa alle durate, agli importi e al reperimento delle risorse; né sull’estensione della cassa integrazione né sui sussidi di disoccupazione
Il vizio principale, lo ribadiamo, risiede nell’impostazione di fondo della riforma esplicitata dall’ossimoro, universalismo differenziato, utilizzato nella presentazione per appropriarsi del primo termine positivo che poi viene negato col secondo.
Infatti non c’è nulla di universalistico nella proposta del ministro; anche dallo striminzito documento presentato ieri sembrano emergere sperequazioni di trattamento tra categorie, tipologie contrattuali e settori produttivi, sicuramente nella durata delle prestazioni, differenziata appunto in base alla dimensione delle aziende.
Così dopo aver approvato lo sblocco dei licenziamenti senza la riforma degli ammortizzatori sociali promessa per l’estate ci sono tutte le premesse perché si arrivi allo sblocco completo dei licenziamenti , previsto per il 31 ottobre, nelle identiche condizioni.
È non promette nulla di buono il rifiuto delle associazioni padronali, i cui dipendenti sono più a rischio, di farsi carico delle contribuzioni necessarie per estendere anche alle loro aziende gli ammortizzatori sociali.
Un grande rilancio delle lotte si conferma come unica strada per affermare i diritti e le tutele realmente universali che governo e padroni non intendono garantire.
Rifondazione C’è.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea