Ancora una volta il sistema Fincantieri finisce sotto inchiesta per lo sfruttamento della manodopera e l'evasione nelle ditte dei subappalti.
Oggi è la volta di sette società albanesi a Porto Marghera ma il fenomeno riguarda praticamente tutti gli stabilimenti in giro per l'Italia.
Basta consultare un motore di ricerca per accorgersi che quello Fincantieri è un sistema marcio fondato sullo sfruttamento e l'illegalità.
Ma va soprattutto sottolineato che questo sistema è stato reso possibile dalle controriforme del lavoro dell'ultimo trentennio.
Questa giungla degli appalti e dei subappalti fino agli anni '90 non c'era. Fincantieri, come tutti i grandi gruppi industriali, doveva assumere direttamente e questo garantiva retribuzioni decenti, diritti e potere contrattuale per lavoratori.
Nel 1960 la sinistra e la CGIL avevano conquistato la legge 1369 che vietava espressamente l'intermediazione e l'interposizione di manodopera. Come scrisse la Corte di Cassazione in una sentenza nel nostro ordinamento era stato introdotto “il divieto di interposizione parassitaria nelle prestazioni di lavoro”.
Questa fondamentale conquista fu cancellata dal centrosinistra con il famigerato Pacchetto Treu e poi con il decreto legislativo 276 del 2003 del ministro leghista Maroni.
Le pseudo-riforme del lavoro sono criminogene e i grandi gruppi come Fincantieri non possono far finta di essere innocenti perchè sanno bene cosa accade.
La Fincantieri è un'azienda pubblica. Dia l'esempio re-internalizzando tutto quanto è stato subappaltato.
Destra e centrosinistra sono corresponsabili di questa situazione.
Le inchieste sono benvenute ma per risolvere il problema bisogna abolire le norme neoliberiste di precarizzazione del lavoro.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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