Il governo si schiera con Confindustria contro lavoratrici e lavoratori.

Questo è risultato palese dell’incontro di ieri tra governo e segretari generali di Cgil, Cisl e Uil durante il quale Conte ha espresso l’intenzione di prorogare la cassa integrazione fino alla primavera del 2021 mentre il blocco dei licenziamenti decadrebbe già il 31 gennaio.

In una situazione di gravissime sofferenze sociali come l’attuale e i rischi di un aggravamento delle condizioni materiali di ampie fasce della popolazione colpisce la sensibilità dei partiti al governo verso le ragioni del profitto e l’indifferenza totale verso il destino delle persone.

E’ la loro la reiterazione di un'impostazione politica ferocemente antipopolare che ha prodotto l’eliminazione dell’articolo 18 e il jobs act. Una politica subalterna al grande capitale che considera il lavoro come variabile dipendente, merce usa e getta, quella che il Papa chiama “cultura dello scarto”.

Chiediamo con forza che nell’incontro di venerdì, cui è stata rinviata la decisione definitiva, il governo torni sui suoi passi: il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione devono essere estesi a tutto il 2021!

Nessun posto di lavoro vada perduto. E soprattutto va bocciata la richiesta di Confindustria che è palesemente volta a sostituire chi verrebbe licenziato con forza lavoro ancor più precaria e sottopagata.

Di fronte alle cannonate quotidiane di Confindustria solo la ripresa di grandi lotte unitarie e generalizzate potrà fermare il tentativo di scaricare su lavoratrici e lavoratori i costi della crisi e di avviare una stagione di nuove conquiste. Auspichiamo che i sindacati confederali rispondano a governo e Confindustria riprendendo la strada del conflitto.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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