Oggi, tutti i grandi mezzi d’informazione, dopo una penosa campagna contro i furbetti del reddito non meritato, danno grande spazio all’attacco di Confindustria allo stato sociale e neanche una riga viene dedicata al fatto che da domani un milione di italiani in più, già duramente colpiti nella pandemia, si troverà senza i soldi per mettere insieme il pranzo con la cena.
Sono le persone che avendo ottenuto il reddito di cittadinanza 18 mesi fa lo vedranno scadere il 30 settembre; dovranno poi attendere un mese per rifare la domanda e sottoporsi, per poterlo riottenere, non si sa in che tempi, a una trafila ancor più assurda della prima volta perché prevede l’obbligo di accettare una proposta d’impiego dovunque sul territorio nazionale a partire da 800 euro di salario che in molte parti d’Italia bastano a malapena per l’affitto.
Invece di tubare con Bonomi, cui l’assistenzialismo di stato va bene solo per le imprese, contro il reddito di cittadinanza, il governo intervenga subito per garantire una continuità di reddito alle persone cui scade il sostegno oggi e al milione e mezzo complessivamente interessate da qui a dicembre.
In un paese in cui i poveri sono ben di più dei tre milioni che hanno goduto mediamente di 562 euro a famiglia(!), occorre istituire un reddito di base vero per tutti quelli che non possono lavorare o non trovano un lavoro retribuito dignitosamente, sganciandolo dai meccanismi che ne fanno uno strumento di sostegno alla crescita della precarietà. Il reddito di cittadinanza in vigore va esteso ai troppi esclusi e liberato da condizionalita' di workfare neoliberista. Il contrario di quel che chiede la canea reazionaria sui grandi quotidiani e gli schermi televisivi. Il nuovo capo di Confindustria con l'espressione Sussidistan ha dimostrato non solo a quale grado di arroganza e prepotenza sia arrivato il capitalismo italiano ma anche che lì c'è il cuore della più pericolosa destra reale, nemica dei diritti sociali, estranea alla Costituzione, pure razzista. È ora di prenderli in parola. Basta con l'innaffiarli di denaro pubblico senza contropartite. Si investa nel garantire reddito per tutte/i e creando lavoro buono con un piano di assunzioni pubbliche a partire da sanità e scuola. Un gap di almeno un milione di unità ci separa dagli altri paesi Ocse.
La dignità delle persone prima dei profitti!

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Antonello Patta, Responsabile Lavoro, PRC-S.E.

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