Basta soldi a pioggia a tutti, ma solo alle imprese, niente aumenti in busta paga, libertà di licenziamento. E’ questo il contenuto della lettera che il presidente di #Confindustria ha inviato agli industriali. Gli obiettivi del falco Bonomi, in continuità con le posizioni ultraliberiste da quando è stato eletto, sono due: mantenere alta la pressione sul governo in vista delle decisioni su cassa integrazione e blocco dei licenziamenti e sulla destinazione dei fondi del recovery fund da una parte e l’invito ai propri associati a sostenere la linea con “tutta la risolutezza necessaria” in vista della ripresa degli incontri con i sindacati a settembre dall’altra.
Ma la lettera è soprattutto un attacco durissimo ai diritti del #lavoro, al salario e ai contratti nazionali, proprio mentre più di 10 milioni di lavoratori attendono da anni la firma del contratto.
La missiva mette sotto attacco tutte le forme di sostegno al #reddito delle persone in difficoltà, così come “l’eccesso di spesa” per la previdenza perché sottrarrebbero risorse alle imprese.
Attacca il binomio Cig-blocco dei licenziamenti perché impedirebbe i processi di riorganizzazione e ristrutturazione necessari per il rilancio e l’innovazione nelle produzioni.
Esprime un veto secco agli aumenti salariali in busta paga, aprendo al massimo a piccole concessioni in termini di welfare aziendale che com’è noto gode di forti sgravi fiscali a carico della collettività e agli aumenti nei contratti aziendali legati alla produttività.
Il senso generale del Bonomi pensiero è riassunto nell’attacco al diritto di cittadinanza in generale a favore di politiche del lavoro improntate agli Hartz tedeschi per mettere a regime un lavoro marginalizzato e precario. In realtà l'Italia è già un paese con salari da fame e estesissima precarizzazione del lavoro. Dopo tre decenni di "riforme" dettate da Confindustria invece di riflettere sul loro fallimento questi moderni schiavisti perseverano in maniera diabolica. Anche di fronte alla pandemia mostrano la loro irresponsabilità sociale.
Le proposte di Bonomi e dei quotidiani padronali vanno respinte.
La risposta a tanta tracotanza dovrebbe essere un autunno di mobilitazioni e di lotte unitarie su piattaforme che unifichino tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, stabile, precario e marginale, dei giovani, delle donne, dei pensionati, in difesa del salario e del reddito, dei diritti, dell’occupazione.
La migliore difesa è l'attacco.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea