di red.

Non è un bel periodo per l'immagine internazionale dell'IKEA. Dapprima si sono messi quei cocciuti lavoratori addetti alla movimentazione delle merci presso il deposito di Piacenza. Rivendicavano il rispetto del CCNL, dei diritti basilari dei lavoratori, come quello all'organizzazione sindacale e alla distribuzione equa dei carichi di lavoro e ancor oggi, a due mesi dall'inizio delle proteste e nel bel mezzo delle festività natalizie, non hanno smesso di lottare (qui una raccolta di materiali per essere aggiornati sulla vicenda). Come se non bastasse si sono aggiunti in tanti alle proteste, organizzando presidi e volantinaggi dinanzi a tanti IKEA store in tutt'Italia e costringendo l'azienda a bloccare i commenti sui social network per alcuni utenti e a chiudere una pagina internet; in entrambi i casi perché

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di Lorenzo Battisti

Sei mesi fa, l’attenzione di tutta Europa si era concentrata sulle elezioni francesi. Molte speranze erano state riposte nell’esito di quella consultazione, poiché avveniva in uno dei due paesi che stavano imponendo le misure di austerità verso il resto dell’area euro. Ogni proposizione del programma di Hollande è stata letta e discussa diffusamente anche fuori dal paese, e in molti hanno seguito la notte delle elezioni. Ma quali sono i risultati dei primi mesi di governo?
La sconfitta di Sarkozy è stato sicuramente un risultato importante, sia sul piano interno che internazionale. Questo è infatti stato, senza dubbio, il presidente più liberista e filo-atlantista della storia della Repubblica Francese: basti

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di Freedom Flotilla Italia

Una delegazione composta da nove attivisti della Freedom Flotilla Italia nell'ambito della quarta missione internazionale «Benvenuti in Palestina», si trova da due giorni a Gaza. Nei giorni precedenti, mentre erano ancora in Egitto, gli italiani hanno voluto esprimere solidarietà al presidio permanente di Piazza Tahrir al Cairo dove i rivoluzionari egiziani continuano la battaglia contro la Costituzione di matrice islamica che il governo dei Fratelli Musulmani sta imponendo al paese. Ad Al Arish, nel Sinai, la delegazione ha incontrato poi militanti del Fronte Socialista. Nonostante gli ostacoli che ancora sono posti al passaggio del valico di Rafah, la delegazione che comprende anche Marco Ramazzotti Stockel

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di Gennaro Carotenuto

Con il pieno ingresso del Venezuela nel Mercosur, l’area che comprende Brasile, Argentina, Uruguay oltre al Paraguay (attualmente sospeso) e con la Bolivia (poi toccherà all’Ecuador) che ha iniziato il processo di incorporazione, conclude il 2012 e la presidenza pro-tempore del Brasile (nel primo semestre 2013 toccherà all’Uruguay) come la quinta area economica del pianeta e uno dei principali successi della politica integrazionista dei governi di sinistra nell’ultimo decennio. Il Mercosur ha 280 milioni di abitanti, un PIL di 3.300 miliardi di dollari, oltre il 20% delle riserve di petrolio e quantità comparabili di gas e due terzi delle riserve di acqua dolce del pianeta. Soprattutto però il Mercosur è

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di Geraldina Colotti

Hector Navarro ci riceve nel suo studio al ministero dell’Energia elettrica, tra bilanci di fine anno e bollettini medici sulla salute del presidente Hugo Chávez, convalescente a Cuba. Cinque volte ministro del governo bolivariano, Navarro assolve attualmente anche un altro incarico delicato, dirige la formazione politica del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv). Sotto il ritratto del presidente, alcune foto di famiglia. A parte, quella di un uomo in divisa: «Era mio padre – dice il ministro – è stato lui a insegnarmi per primo il marxismo. Le Forze armate in Venezuela hanno una storia diversa da quelle degli altri paesi latinoamericani».

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