di Ezio Locatelli*
Non c’è dubbio, Chiara Appendino, diversamente dalla sua collega Virginia Raggi, in questo primo scorcio di amministrazione comunale ha saputo suscitare una certa simpatia. Sarà per via del pedigree, l’appartenenza a una famiglia di industriali, di sicuro la nuova sindaca “non spaventa i poteri e gli imprenditori della città”, come ha avuto modo di osservare un giornale cittadino. Anzi, in queste settimane sono piovuti elogi a non finire da parte del presidente Fca, della Confindustria, della Curia. Il loro non è il classico buon viso a cattivo gioco. Semplicemente hanno capito che la nuova sindaca di Torino si atterrà al buon governo della città, senza pericolose finalità di cambiamento, senza contrapposizioni nette al modello di sviluppo perseguito in questi anni dal suo predecessore Piero Fassino.