Nel silenzio colpevole del governo in Italia continuano ad aumentare gli infortuni, le morti sul lavoro e le malattie professionali. E’ una vera e propria guerra contro chi lavora.
Lo dicono chiaramente i dati dell’Inail, che mettono a confronto i primi quattro mesi del 2024 con il primo quadrimestre del 2023, secondo cui le lavoratrici e i lavoratori che hanno perso la vita nei primi quattro mesi del 2024 sono stati 268 rispetto ai 264 del primo quadrimestre dello scorso anno.
Vale lo stesso discorso per gli infortuni che sono stati 193.979, in aumento di più di 6 mila unità rispetto al periodo gennaio-aprile del 2023.
Va ancora peggio per quanto riguarda le malattie professionali che tra gennaio e aprile del 2024 sono state 30.299, 6.430 (26%) in più rispetto agli stessi mesidel 2023; Un dato ancor più grave nel confronto con gli anni precedenti: +57,1% rispetto al 2022, +62,6% sul 2021, +105,2% sul 2020 e +42,8% sul 2019.
I dati confermano quanto denunciamo da sempre: i rischi maggiori sono nei settori che vedono la maggior presenza di lavoratori precari, più sfruttati e con meno diritti come il commercio, i servizi, la logistica e le costruzioni.
Inaccettabile quanto emerge dall’analisi degli infortuni per fasce d’età: l’aumento maggiore, +20%, si registra tra gli under 15 soprattutto a causa dell’incremento infortunistico tra gli studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro.
I dati dell’Inail raccontano una storia del Paese molto diversa da quella rose e fiori dipinta ad uso elettorale dalla Meloni e dai suoi partners e per questo vengono passati sotto silenzio.
Nell’Italia reale milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a subire precarietà, sfruttamento, bassi salari e condizioni di lavoro che non garantiscono la sicurezza e la salute.
Alle elezioni europee invitiamo a votare la lista PACE TERRA DIGNITA’ anche per dire no alla perdita di diritti che da anni va avanti in Italia e in Europa. Il programma della lista propone oltre alla pace la difesa della dignità di chi lavora cancellando in Europa la precarietà del lavoro, imponendo il salario minimo e un reddito per chi è senza lavoro in tutti i paesi compresa l’Italia, si creino finanzi un piano per creare occupazione stabile e sicura si ridistribuisca il lavoro con la riduzione dell’orario a 32 ore a parità di salario.
Invece di finanziare le armi e la guerra bisogna investire nella sicurezza del lavoro costruendo una rete efficace di controlli e prevenzione. I nostri eletti nel parlamento europeo si batteranno per i diritti di chi lavora.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea