Antonello Patta*
In aprile l’inflazione continua a correre smentendo tutte le previsioni ottimistiche di governo e operatori economici e finanziari. In aprile, ci informa l’Istat, i prezzi tornano a crescere dello 0,5% portandosi sull’8,3% su base annua, il carrello della spesa che incide più pesantemente sui redditi medi e bassi continua a registrare più del 12%.
Da mesi ci bombardano a reti unificate sui rischi di una spirale prezzi-salari attribuendo a ciò la possibilità di una ripresa dell’inflazione; un’operazione ideologica vergognosa in un paese in cui i salari medi sono fermi ai livelli più bassi d’Europa, non si rinnovano i contratti a milioni di lavoratori e i contratti firmati registrano un ulteriore arretramento dei salari reali, milioni di lavoratori sono poveri pur lavorando a tempo pieno.
Si inserisce in questo clima la manovra sul cuneo fiscale che concede un bonus per 5-6 mesi pagato con il taglio del reddito di cittadinanza e con l’aumento delle tasse a carico dei lavoratori causato dal fiscal drag che anche questo governo non si sogna di neutralizzare; ed è già noto che, stante la stangata prevista dal governo per i prossimi anni nel documento di economia e finanza, da gennaio 2024 non ci saranno i soldi per confermare la misura per un altro anno.
Una misura, fortemente voluta da Confindustria, che poi paghiamo tutti in termini di minori entrate per lo stato e che risponde a un tacito accordo, condiviso anche da parti rilevanti del mondo sindacale, inteso a evitare l’apertura di una stagione di lotte per aumenti generalizzati dei salari e l’introduzione di un salario minimo legale che garantiscano il dettato dell’art 36 della costituzione.
Una ripresa delle lotte resa tanto più urgente in quanto la vera causa dell’inflazione in questo momento è la spirale prezzi-profitti come ammesso dalla stessa Bce che mentre attua una politica monetaria recessiva ci informa che i due terzi degli aumenti dei prezzi sono dovuti alla crescita esponenziale dei profitti; a riprova che i padroni la lotta di classe la sanno fare e non si fanno scrupoli sugli effetti sociali della loro voracità.
Tutto ciò può avvenire grazie alla complicità del governo, di destra e neoliberista, che non tassa gli extraprofitti di imprese e banche, non pone limiti ai prezzi e alle tariffe, non fa nulla per tutelare seriamente salari e pensioni, estende la precarietà al fine di spingere i salari sempre più in basso.
*responsabile nazionale lavoro, Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea