La fotografia sull'andamento della povertà assoluta in Italia fornita oggi dall'Istat conferma la deriva drammatica che ha vissuto il paese negli ultimi decenni.
Il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni; gravissimo e significativo il dato che riguarda i giovani tra i 18 e i 34anni per i quali l'incidenza della povertà è oggi ben 4 volte superiore a quella del 2005.
E' il risultato di anni di attacchi ai redditi dei lavoratori e dei ceti popolari che hanno prodotto salari e pensioni da fame e precarietà selvaggia all'origine della diffusione del lavoro povero tra i giovani, non a caso i più impoveriti.
Un altro dato fornito oggi suona come uno schiaffo a politici e imprenditori che puntualmente all'inizio dell'estate si scagliano contro il reddito di cittadinanza: "le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, "hanno evitato a un milione di individui di trovarsi in condizione di povertà assoluta";
E ancora: "L'intensità della povertà, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8%, fronte del 18,7% osservato".
L'altra faccia della medaglia è data dalla continua, spudorata concentrazione della ricchezza nelle mani di un'oligarchia sempre più ristretta di super ricchi che non si è fermata nemmeno durante la fase più acuta della pandemia.
Nei 21 mesi della pandemia intercorsi tra il mese di marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani nella Lista Forbes è
aumentato da 36 a 49. Oggi i 40 miliardari italiani più ricchi posseggono l'equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).
Soltanto una grande insorgenza ci salverà!
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro Prc-S.E.