Rifondazione Comunista è al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della BOSCH di Bari che oggi con il presidio scendono in mobilitazione contro l’annuncio ufficiale da parte dell’azienda di 700 esuberi nei prossimi 5 anni.
La decisione è gravissima anche perché arriva dopo l’inadempienza di accordi precedenti nei quali l’azienda si impegnava ad avviare nuove produzioni e salvaguardare i posti di lavoro.
I lavoratori sono giustamente preoccupati perché è il futuro di tutto lo stabilimento che è a rischio in assenza di un progetto che adegui le produzioni ai cambiamenti resi necessari dalla transizione ecologica.
Con conseguenze gravissime non solo per tutti i 1700 addetti della Bosch, ma per tutto il sistema produttivo di in territorio già duramente colpito nella struttura economica e flagellato dalla disoccupazione.
Questa crisi rappresenta un grave problema per la Puglia, ma è anche l’ennesimo campanello d’allarme per il sistema paese.
Con la Bosch, infatti continua lo stillicidio di chiusure di produzioni e licenziamenti in tutto il settore dall’auto in Italia che prosegue così la corsa verso la sua progressiva scomparsa nella più totale latitanza irresponsabile dei governi passati e di quello attuale.
La manovra di bilancio del governo e l’impianto del PNRR confermano la volontà di lasciare al mercato le scelte sul futuro dell’auto in Italia anche a costo che continui la corsa verso la sua scomparsa con gravissime conseguenze occupazionali.
Per questo siamo con i lavoratori della Bosch, ma riteniamo che solo la generalizzazione e un’articolazione delle lotte che coinvolga questo e gli altri settori potrà obbligare il governo a cambiare rotta e avviare l’indispensabile riconversione ecologica delle produzioni che salvaguardi occupazione e diritti di chi lavora.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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