Un’altra multinazionale dell’automotive, la statunitense Timken, ha annunciato ieri la chiusura dello stabilimento di Villa Carcina, in provincia di Brescia, e il licenziamento di 106 lavoratori. Dopo la Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto e la Gkn di Campi Bisenzio è la terza azienda del settore che, in pochi giorni, approfitta dello sblocco dei licenziamenti per procedere alla cessazione delle attività e lasciare a casa i propri dipendenti.
E viene fatto con modalità cui queste società di rapina ci hanno abituato da anni: un totale disprezzo per la dignità delle persone e la più completa indifferenza sulla sorte dell’economia dei territori.
Non erano necessarie queste nuove verifiche, sulla pelle dei lavoratori, per capire che la famosa “presa d’atto” di governo e parti sociali con annessa raccomandazione alle imprese a non licenziare era solo una foglia di fico senza alcun effetto.
Dietro questa scelta è evidente la volontà di questo governo di continuare a fidare nelle logiche del mercato e del profitto, le stesse che hanno prodotto il declino economico e produttivo del paese, sei milioni di disoccupati reali e condannato milioni di persone, specie donne e giovani a lavori precari con tutele sempre più scarse e salari da fame.
Non è un caso che il governo non abbia uno straccio di politiche industriali, che di fronte ai rischi enormi che la rivoluzione della mobilità in atto produrrà sul settore dell’auto e sulla componentistica, nel Pnrr non se ne parli nemmeno.
Salutiamo positivamente e sosteniamo le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici della Gkn, della Gianetti e ora della timken, ma non si può continuare a difendere una fabbrica alla volta con lotte parziali come avviene da tempo.
Ai piani di ristrutturazione globale del sistema produttivo ai danni dei lavoratori bisogna rispondere con la ripresa di grandi lotte unitarie per affermare il primato del lavoro e delle persone rispetto ai profitti; per una riconversione ambientale delle produzioni che abbia al centro un grande piano per l’occupazione fondato sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il rilancio del pubblico , più diritti per tutte e tutti.
Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro
Fabbrizio Baggi, Segretario della Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea