Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore ambientale, elettrico, gas, acqua indetto da Cgil, Cisl e Uil per chiedere la modifica dell’articolo 177 del codice degli appalti.
Con l’entrata in vigore di questa norma le aziende concessionarie sarebbero obbligate a esternalizzare entro il 31 dicembre 2021 l’80% delle attività con gravissime ricadute immediate sui posti di lavoro, la destrutturazione dell’intero settore con conseguenze pesanti sui servizi essenziali forniti.
I lavoratori verrebbero colpiti doppiamente pagando da un lato la perdita di posti di lavoro nelle aziende che vedrebbero ridimensionate le proprie attività, dall’altro gli effetti nefasti di uno spezzettamento che produrrebbe appalti al ribasso, lavoro precario e contratti pirata.
Si distruggerebbe un grande patrimonio di professionalità che durante il lockdown è stato decisivo per continuare a fornire servizi di qualità ai cittadini e si allargherebbe l’area del lavoro non tutelato, malpagato e spesso illegale.
Abbiamo sempre criticato la trasformazione delle aziende pubbliche in Spa, aziende di diritto privato soggette alle leggi del mercato in nome dell’efficienza; con la stessa forza ci opponiamo al tentativo di procedere a questa ulteriore privatizzazione selvaggia il cui unico scopo è garantire profitti sempre più alti e distruggere ancora di più i diritti dei lavoratori senza nessun riguardo per la qualità dei servizi.
Ci uniamo ai sindacati del settore nel chiedere al governo e al parlamento una modifica immediata di questa norma.
A dieci anni dal referendum invece di ripubblicizzare come avrebbe imposto il voto popolare la politica continua a lavorare per la consegna del settore dei servizi alla logica del capitalismo selvaggio.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea