Car* compagn*,
come sapete domani ci sarà lo sciopero nazionale di 4 ore dei metalmeccanici con presidi in diverse città delle quali non c'è un elenco completo, anche a causa della situazione determinata dalle restrizioni dettate dal nuovo Dpcm. Comunque ci saranno presidi e si sciopererà in tutta Italia.
Vi inviamo in allegato il comunicato stampa da mandare immediatamente a redazioni locali (giornali, tv, siti internet).
Riteniamo importante una presenza con le nostre bandiere alle iniziative dei metalmeccanici di domani e vi invitiamo ad attivarvi in tal senso.
Consigliamo di stampare poche centinaia di copie di volantini (i presidi saranno di delegati) con il comunicato stampa che alleghiamo da un lato e il testo del volantino su reddito e tassa sulle ricchezze dall'altro che trovate in allegato. Si possono fare in qualsiasi copisteria in versione b/n molto rapidamente.
Saluti comunisti
Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Antonello Patta, responsabile nazionale Lavoro PRC-SE
RIFONDAZIONE COMUNISTA CON METALMECCANICI PER IL CONTRATTO E CONTRO L’ARROGANZA DEGLI INDUSTRIALI
Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale dei metalmeccanici, indetto per domani 5 novembre da Fiom, Fim e Uilm, a sostegno della piattaforma contrattuale contro l’oltranzismo di Federmeccanica e Assistal che non solo chiudono a tutte le richieste, ma attaccano le tutele esistenti rifiutando l’esigibilità di diritti conquistati.
E’ gravissima la chiusura totale del fronte padronale sul salario espressa dal rifiuto all’aumento dei minimi contrattuali, altrettanto pesante l’arroganza che si spinge fino mettere in discussione automatismi su scatti di anzianità e altri diritti già previsti nell’ultimo contratto.
Ma la strategia antioperaia degli industriali per affrontare la crisi si chiarisce in particolare con il rifiuto a definire limiti nel ricorso al lavoro precario, a introdurre vincoli occupazionali e garanzie sui diritti sindacali negli appalti; si svela del tutto nella mancanza totale di disponibilità sulle riduzioni d’orario a fronte di innovazioni tecnologiche e nella sfrontata richiesta di maggiore flessibilità della forza lavoro, in particolare su smart working, lavoro agile telelavoro.
E’ chiaro che si osa puntare ancora su un modello economico e produttivo centrato su bassi salari, per molte fasce di lavoratori da fame, precarietà e flessibilità estreme in un paese come il nostro già agli ultimi posti in Europa per livelli salariali, protezioni sociali e precarietà selvaggia?
Un governo che voglia davvero operare una svolta dovrebbe finalmente dire basta a un modello economico e produttivo che ha generato disoccupazione, milioni di poveri, perdita di diritti e disastrato il sistema produttivo del paese.
Allora non faccia come Ponzio Pilato! Non un soldo deve andare a settori del padronato senza precisi vincoli sull’occupazione e i diritti di lavoratrici e lavoratori. Si impedisca l’utilizzo di fondi pubblici per ristrutturare le aziende a spese dei lavoratori.
Il governo decida da che parte sta.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea