Intervista a Massimo Rossi
di Daniela Preziosi

«L'alternativa la faremo con le forze politiche, le organizzazioni e movimenti, le personalità dei mondi della cultura che opponendosi al governo Monti hanno prospettato strade diverse per uscire dalla crisi del modello liberista». È rimasto un po' in ombra Massimo Rossi, portavoce della Federazione della sinistra, dal momento della sua elezione. Complice il suo stile, il fatto che la mattina continua ad insegnare - è il suo mestiere -, e che i principali partiti della sua federazione (Prc e Pdci, ma c'è anche il movimento del partito del lavoro di Salvi e Patta e un drappello di senza tessera) hanno preso spesso iniziative autonome. Oggi Prc e Pdci dichiarano diverse intenzioni sulle alleanze, come il manifesto ha riferito lo scorso sabato. Il Prc per una Syriza italiana, il Pdci per un patto con il Pd. Lui si schiera con la prima ipotesi. «Si pensi a quanto è cresciuto nel referendum sull'acqua e il nucleare, o all'opposizione della Fiom e del sindacalismo di base. Ai politicisti questo schieramento può apparire inconsistente. Ma c'è un grande spazio per una proposta di cambiamento. Ma se l'alternativa non si mette in campo non crescerà mai.

 

 

 

 

 

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