Partito
della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 14 - 15 gennaio 2012
Un impegno straordinario per Liberazione
Come noto, dal 1 gennaio 2012, l’Mrc ha dovuto sospendere cautelativamente
la pubblicazione in forma cartacea del quotidiano del partito Liberazione.
Si è trattato di una decisione non rinviabile, uno dei frutti
amari delle politiche del governo Berlusconi finora confermate dall’attuale
governo Monti.
Nel corso dei 20 anni della sua storia, Liberazione, prima come settimanale
e poi come quotidiano, ha attraversato numerose fasi critiche ma quella
che si è presentata con la fine del 2011 non ha termini di paragone.
In tre anni si è realizzato un incredibile sforzo per risanare
il bilancio del giornale, che dalla precedente gestione ereditava un
disavanzo di oltre 3 milioni di euro e che alla fine del 2011 giungeva
a un sostanziale pareggio.
Un risanamento passato attraverso un più attento utilizzo delle
risorse, una diminuzione della foliazione e della distribuzione, l’avviamento
di una fase sperimentale di presenza sul web e la ricostruzione operata,
grazie all’attuale direzione, di una nuova connessione col partito.
Ma un risanamento realizzato anche attraverso l’impiego di ingenti
risorse economiche del partito, che considera Liberazione uno strumento
indispensabile della propria azione politica e attraverso la disponibilità
di lavoratori e poligrafici ad utilizzare ogni strumento utile per ridurre
i costi. Una parte considerevole dei giornalisti e dei poligrafici è
volontariamente andata in cassa integrazione, un’altra parte ha
accettato un contratto di solidarietà.
Tutto questo sarebbe stato sufficiente se il governo Berlusconi prima
e quello Monti poi, non avessero praticato, sfruttando l’onda
dell’antipolitica, quei tagli ai fondi per l’editoria che
determinano un mortale attacco alla democrazia e alla libertà
di informazione. Liberazione si è vista decurtata il 70% dei
finanziamenti a cui aveva diritto nel 2011, che a sua volta corrispondono
all’85% di quanto precedentemente garantito. In sostanza si tratta
di un mancato introito di quasi 2,5 milioni euro di cui oggi il partito
non dispone
In questi giorni convulsi, il quotidiano è uscito quasi regolarmente
in formato elettronico e in molte federazioni è stato stampato,
affisso, distribuito. Questo grazie al fatto che,in accordo con la direzione
del giornale, giornalisti e poligrafici, in ferie, hanno deciso di lavorare
comunque per non sparire. La battaglia portata avanti dal nostro giornale,
dai lavoratori e le lavoratrici tutti di Liberazione, si è dimostrata
di avanguardia rispetto alle tante testate che rischiano di morire in
poco tempo - un centinaio - e potrebbe imporre al governo di modificare
i provvedimenti già presi.
Ma per garantire un futuro a Liberazione ed anche per salvaguardare
i livelli occupazionali, si può e si deve contare oggi sulle
nostre forze, sull’impegno di militanti, iscritte e iscritti,
simpatizzanti, cittadini e cittadine che prendano a cuore la necessità
della sopravvivenza di una voce anticapitalista, che dia spazio a vertenze
e conflitti che attraversano l’intero Paese.
È necessario che tutto il partito si senta mobilitato per una
campagna straordinaria di autofinanziamento. Che si utilizzi la creatività
e l’ingegno propri in momenti difficili delle comuniste e dei
comunisti per restituire voce al partito. In questi giorni giungono
da molte federazioni, territori, singoli compagni e compagne, sottoscrizioni,
proposte di iniziative di solidarietà concreta. Una pratica che
deve estendersi ad ogni federazione e ad ogni circolo, che ci deve sentire
tutte e tutti responsabilizzati. Sarà questo impegno concreto,
saranno le risorse che giungeranno alla Mrc, i soli elementi che potranno
determinare la salvaguardia del nostro giornale ed anche di chi ci lavora,
nelle forme e nelle modalità che l’entità di tali
risorse ci permetterà di stabilire. Continuerà la battaglia
del partito, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici di Liberazione
e delle altre testate a rischio, contro il governo Monti, quello che
ad oggi è l’unico vero responsabile di un duplice crimine:
attentato al pluralismo dell’informazione e all’occupazione
di oltre 4000 persone, diversamente impegnate nelle testate che rischiano
di chiudere in pochi mesi.
Segreteria nazionale