Partito
della Rifondazione Comunista Dichiarazione di voto di Salvatore Bonadonna sul documento della Commissione politica del Cpn Le conclusioni del Segretario, che costituiscono una sorta di interpretazione autentica del documento che la commissione ha proposto, mi indurrebbero ad esprimere un voto negativo. Ma il rispetto che si deve alle compagne e ai compagni che hanno fatto campagna elettorale e ancora sono impegnati per i ballottaggi, la campagna per i referendum, che ovviamente condivido, mi fanno esprimere un voto di astensione. L’offensiva unitaria non può essere una manovra strumentale al fine di provare a scaricare sulla indisponibilità degli altri la impossibilità dell’unità quando, come dice il segretario, il nostro orizzonte è chiuso nell’evocare il fantasma della FdS. La costruzione del fronte democratico non può non vedere l’impegno alla elaborazione e alla attuazione di quella “legislazione di salvaguardia democratica, che abbia al centro l’adozione di misure atte a contrastare i negativi effetti sociali della crisi economica e il superamento del bipolarismo” come pure recita il documento della Direzione. Occorre avere il coraggio di uscire dai rifugi e misurarci nella costruzione dell’alternativa. Le posizioni che il documento contiene ingessano il partito e pensano di blindare il gruppo dirigente come elemento salvifico dell’unità e della prospettiva del partito. Mentre tutto sembra rimettersi in moto, dentro Rifondazione matura l’istinto di autoconservazione invece che l’ambizione della sfida egemonica che dovrebbe caratterizzare una formazione che si richiama al “movimento che cambia lo stato delle cose esistente”. In questo modo siamo noi stessi ad alzare il muro che ci isola nella marginalità testimoniale e minoritaria che con lo spirito di egemonia del comunismo italiano non ha alcuna affinità. |