Partito
della Rifondazione Comunista Ordine del Giorno - Violenza e patriarcato Le migliaia di donne, che nel pomeriggio di ieri 28 novembre hanno percorso un pezzo delle strade di Roma, hanno risposto con i loro corpi, i loro volti, le loro voci a un sentimento diffuso di tantissime donne nel mondo, ma qui specialmente in Italia, qui ed ora. Un sentimento fatto di stupore, di indignazione, di rabbia, si di rabbia, perché dopo tanti secoli, tante sofferenze di donne, tante ribellioni, personali e politiche, il “fenomeno” della violenza maschile sulle donne sia ancora così forte e così diffusa, come dimostrano in maniera eloquente le tante cifre a nostra disposizione. In realtà la violenza sulle donne, pur avvenendo per la massima parte nelle pareti domestiche e nella sacra famiglia, Non attiene solo alla relazione tra il singolo uomo e la singola donna; si iscrive nell’ordine patriarcale che è la forma sociale di relazione umana più antica del mondo, se è vero che Federico Engels affermava che nella relazione uomo-donna la donna è il proletario e l’uomo è il borghese- Qualunque uomo, di qualsiasi classe sociale. Ma il patriarcato assume forme e contesti variegati, si ristruttura così come il capitalismo, si intreccia al capitalismo ma non ne dipende, così come la contraddizione di genere può intrecciarsi alla contraddizione di classe ma non ne dipende. Ebbene è il patriarcato la forma storica e il nutrimento ideologico della violenza contro le donne. Violenza di stato,
attraverso le leggi che intervengono a colpire le condizioni economiche
e sociali delle donne, l’autonomia delle scelte sessuali e procreative,
la sovranità su di sé e sul proprio corpo, la libertà.
Si tratta di leggi che le forze di destra in accordo con le gerarchie
vaticane si arrogano il diritto di imporre alla società italiana,
dalla terribile legge 40 alle vicende della RU486, in cui la maggioranza
governativa pretende di imporre alle donne un ricovero ospedaliero coatto,
in quei letti di ospedale sovrastati da crocefissi e immaginette di
Padre Pio a ricordare alle colpevoli che la loro funzione è quella
materna. Ebbene, queste leggi non sono state e non sono contrastate
abbastanza dalle forze di centro sinistra e di certa sinistra, le quali
balbettano sia per la presenza al loro interno di ramificazioni del
Vaticano, più per timore di perdere voti tra i cosiddetti moderati. Per quanto detto, è evidente che la cosiddetta questione di genere non attiene semplicemente alla condizione sociale delle donne, ma soprattutto alla soggettività politica delle donne, al fatto storico che nessuna rivoluzione maschile ha mai liberato le donne; sono esse medesime che hanno avviato e continuano a costruire la loro liberazione dall’ordine patriarcale e dalle nuove forme del capitalismo. Chiediamo perciò che Rifondazione Comunista affronti finalmente al suo interno questi temi e porti nella federazione l’esigenza assoluta della sessuazione delle forme della politica, delle libertà individuali nella vita e nelle relazioni affettive e sessuali, della rigorosa laicità in tutti i terreni, culturale, formativo, espressivo, simbolico. Lo chiediamo anche in nome del fatto che la critica più profonda ai fondamentalismi religiosi in particolare a quello cattolico, è stata avviata e approfondita attraverso la critica di quel santuario ideologico/ formativo che è la famiglia e che solo le donne hanno avuto la forza e la sapienza di mettere in discussione Imma Barbarossa Eleonora Forenza |