Partito
della Rifondazione Comunista Odg Liberazione respinto Nel momento in cui è impegnato in una difficile e importante operazione di risanamento e rilancio, “Liberazione” ha bisogno del massimo di solidarietà e sostegno attorno a sé. Si tratta, in primo luogo, di salvaguardare una delle poche voci libere dell’informazione italiana, in un panorama di crescente omologazione. E si tratta, al tempo stesso, di tutelare i caratteri originali di quest’impresa: un giornale di partito dotato di autonomia, capacità d’indagine, ricerca e dibattito, attenzione ai movimenti e alle dinamiche sociali. In questo senso, e per queste ragioni generali, il Cpn del Prc ribadisce la sua piena fiducia nel lavoro del direttore Piero Sansonetti, oltre che nel gruppo dirigente del giornale e nella redazione. Dalla crisi attuale, il giornale non può uscire né ridimensionando le sue ambizioni culturali e giornalistiche né, tanto meno, allineandosi a diktat o a richiami all’ordine che hanno il sapore di un passato che speravamo sepolto. Per il Partito della Rifondazione comunista, del resto, l’autonomia del proprio giornale non è una concessione: è parte integrante della propria concezione della politica. E’ ricchezza, non impaccio. E’ pratica concreta del percorso di alternativa. In questo senso, le accuse che sono state rivolte al giornale ci appaiono non solo infondate ma molto gravi: esse configurano non critica o dissenso, che sono notoriamente il sale della terra e della nostra impresa, ma un attacco frontale, che punta, nei fatti, alla normalizzazione del Prc e alla delegittimazione delle posizioni non riconducibili all’attuale maggioranza. Per superare i suoi problemi finanziari, per aumentare vendite ed entrate pubblicitarie, per poter svolgere il ruolo politico e culturale che si rende oggi necessario, “Liberazione” non può rinunciare ad essere quello che è stata o ha cercato di essere nei suoi momenti migliori: uno spazio libero e plurale, utile al dibattito di tutta la sinistra. Un luogo di frontiera. Uno strumento di lotta per l’egemonia. Se questa libertà e questo pluralismo fossero messi in discussione, se dovesse prevalere una logica di tipo maggioritario o proprietario, se, in concreto, il gruppo dirigente del Partito lavorasse per disciplinare “Liberazione”, ridurlo ad un bollettino di propaganda o determinarne la chiusura, non sarebbe colpita soltanto la libertà di stampa, ma un caposaldo della democrazia di questo Partito. E ne uscirebbe seriamente pregiudicata la possibilità di quella convivenza tra componenti diverse della stessa impresa nella quale, dopo il difficile congresso della scorsa estate, abbiamo finora creduto. Rina Gagliardi, Sergio Bellucci, Giusto Catania, Luigi Cogodi, Celeste Costantino, Peppe De Cristofaro, Elettra Deiana, Michele De Palma, Titti De Simone, Gianni Favaro, Francesco Ferrara, Nicola Fratojanni, Alfonso Gianni, Beatrice Giavazzi, Franco Giordano, Damiano Guagliardi, Giulio Lauri, Graziella Mascia, Gennaro Migliore, Roberto Musacchio, Martina Nardi, Niccolò Pecorini, Elisabetta Piccolotti, Nicoletta Pirrotta, Rosa Rinaldi, Augusto Rocchi, Francesca Ruocco, Daniela Santroni, Patrizia Sentinelli, Giancarlo Torricelli, Nicky Vendola, Maurizio Zipponi, Stefano Zuccherini Respinto con 89 voti a favore |