Partito
della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 13 settembre 2008
Sintesi
della relazione di Paolo Ferrero
Propongo la gestione unitaria
del partito.
Al congresso nazionale abbiamo deciso che la nostra priorità
politica consiste nella costruzione dell'opposizione sociale e politica
alle politiche del governo e Confindustria. Affinchè la nostra
opposizione non si limiti alla propaganda, occorre ricostruire un lavoro
politico complessivo: valorizzare la nostra presenza istituzionale,
concorrere alla costruzione di un ampio fronte di opposizione, potenziare
di molto la nostra capacità di costruire vertenze su temi specifici
e favorire la realizzazione di forme di solidarietà e di mutualismo.
Dobbiamo quindi riorganizzare il lavoro del partito a partire dalla
ricostruzione di una sintonia profonda con gli strati popolari, ridare
un senso della politica attraverso la ricostruzione dell'utilità
sociale del nostro agire. Per poter efficacemente costruire questo lavoro
politico è necessaria la gestione unitaria del partito, la valorizzazione
di tutti i dirigenti.
Questo vuol dire contrastare ogni elemento di autoreferenzialità
nell'azione del partito valorizzando i saperi e la disponibilità
di ogni compagna e compagno al fine di allargare il tessuto della militanza
e del lavoro politico. Occorre ricostruire il protagonismo politico
all'interno del partito evitando che la cerchia della militanza di riduca
alla schiera di chi fa parte dei gruppi dirigenti ai diversi livelli.
Questo significa attivare al massimo i circuiti democratici e scegliere,
in sintonia con quanto deciso a Carrara, che le decisioni politiche
siano assunte realmente nei luoghi formalmente deputati a farlo e che
i gruppi dirigenti non siano solo chiamati a ratificare scelte già
compiute.
Date le dimensioni del Comitato Politico Nazionale, credo che questo
ruolo di direzione politica spetti in primo luogo alla Direzione nazionale
che propongo sia costituita da 60 membri. Una struttura sufficientemente
agile da potersi riunire con periodicità e discutere, nella massima
chiarezza e trasparenza, le scelte del partito. Nel proporre di non
dar vita all'esecutivo ritengo necessario prevedere che la segreteria
nazionale dovrà incontrarsi di frequente con i segretari regionali
e con i responsabili di dipartimento in modo da costruire un circuito
partecipato di costruzione delle proposte e verifica delle decisioni.
Sempre nella direzione di una gestione unitaria del partito propongo
la riconferma del tesoriere uscente, il compagno Sergio Boccadutri.
La motivazione di fondo è che per unanime giudizio il compagno
Boccadutri ha lavorato bene e quindi è giusto riconfermarlo.
Da ultimo propongo quindi che la segreteria nazionale sia unitaria e
cioè ne facciano parte compagni e compagne della maggioranza
come della minoranza congressuale. Questa proposta si basa su due elementari
considerazioni. Il congresso serve a decidere democraticamente la linea
politica, non a stabilire gerarchie all'interno dei gruppi dirigenti;
una volta decisa la linea politica credo che tutti i dirigenti debbano
essere posti nella condizione di dare al meglio il loro contributo allo
sviluppo del partito. In secondo luogo, è evidente che la nostra
divisione interna oggi è forte, soprattutto nei gruppi dirigenti.
Non abbiamo una memoria condivisa di quanto è successo alle elezioni
e nel congresso; rischiamo una replica all'infinito delle stesse discussioni.
Penso che l'unico modo per sciogliere in avanti le nostre differenze
sia il comune lavoro politico. Solo il comune lavoro nella costruzione
dell'opposizione, nella quotidiana azione di direzione del partito può
permetterci di ricollocare in avanti le differenze, di farci misurare
con i nuovi problemi che emergono nell'iniziativa politica. Lo abbiamo
visto nella costruzione della manifestazione dell'11 ottobre, dove tutti
abbiamo concorso alla sua indizione. Dobbiamo costruire un partito ove
ogni compagno e compagna si senta a casa sua, nel rispetto delle diverse
posizioni politiche e culturali e nella capacità di un comune
lavoro politico. Per questo propongo la gestione unitaria.