Partito
della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 13 settembre 2008
OdG e dichiarazioni
di voto
Odg crisi
del Caucaso
Il Comitato politico nazionale del partito della Rifondazione comunista,
visto l'aggravarsi della situazione internazionale, con la recente crisi
e guerra in Georgia e l'inasprirsi delle tensioni in America Latina,
dà mandato alla Segreteria Nazionale di mettere all'ordine del
giorno della prima Direzione Nazionale , una discussione sulla crisi
del Caucaso e sul nuovo scenario mondiale.
Approvato a maggioranza
Odg crisi
del Caucaso
La recente crisi del Caucaso, che il compromesso raggiunto a Mosca dai
rappresentanti dell'Ue congela soltanto temporaneamente, ha una valenza
che va oltre le questioni strettamente locali, mettendo in luce tendenze
ed elementi generali di profonda pericolosità che chiedono un'iniziativa
politica permanente.
Siamo di fronte ad un'area strategica di grandi interessi energetici
ed è in corso una forte pressione Usa per conquistare influenza
e presenza diretta sul campo, attraverso politiche di allargamento a
est della Nato e di controllo militare di quel territorio.
A questo risponde in particolare lo scudo antimissili programmato dagli
Stati Uniti in Polonia e nella repubblica Ceca, che suscita la reazione
negativa della Russia e determina un'inquietante spinta al riarmo.
Si conferma che il "nuovo ordine mondiale", di cui è
emblema il G8, è portatore di contraddizioni e rischi crescenti.
La violazione delle regole e del diritto internazionale, che ha caratterizzato
in particolare la politica estera dell'amministrazione Bush, alimenta
in entrambe le parti in causa scelte arbitrarie e illegittime.
Lo schema arbitrario voluto da Bush, che ha portato al riconoscimento
dell'indipendenza del Kosovo, viene oggi palesemente contraddetto dal
rifiuto degli Usa di riconoscerlo come valido per l'Ossezia.
Come, d'altro canto, i russi sono ben lontani dal considerare la vicenda
della Cecenia nello schema dell'autodeterminazione dei popoli e usano
su quel territorio una repressione terribile e senza scampo.
Non si tratta di parteggiare per l'una o per l'altra delle potenze in
campo, ma di sviluppare un'analisi globale delle vicende internazionali,
cogliendone connessioni e interdipendenze, e di costruire, a partire
dall'Italia e dall'Europa, una critica radicale del cosiddetto nuovo
ordine mondiale, impostando nello tesso tempo, una battaglia per il
disarmo, la pace, i diritti di cittadini e popoli, una nuova politica
energetica e delle risorse fondata su cooperazione, equità e
ambiente.
Per questo siamo impegnati come PRC e come Partito della Sinistra Europea
a rafforzare la campagna contro lo scudo antimissili e contro il riarmo
degli Usa da est a ovest, contrastando in particolare il rafforzamento
strategico delle basi americane in Europa e in Italia, oggi simboleggiato
dal progetto del "dal Molin";
a rifiutare ogni ampliamento della Nato che, se già avvenuto
in Georgia, avrebbe reso la situazione ancora più pericolosa,
rivendicando, al contrario, anche alla luce di questi fatti, una ridiscussione
del Trattato del 1949 per un suo superamento e per una radicale rinegoziazione
degli accordi bilaterali con gli Stati Uniti;
a chiedere che l'Europa svolga un ruolo attivo per la pace, i diritti
di cittadini e popoli, la cooperazione energetica e ambientale, ricercando
quell'autonomia di posizione e di iniziativa che si mostrano indispensabili
per uscire dal quadro che ha determinato la crisi attuale.
Anche questi fatti confermano l'importanza della scelta strategica della
costruzione del Partito della Sinistra Europea come soggetto capace
di muoversi su un terreno proprio di valori e di obiettivi fuori dalla
riedizione di qualsiasi logica geopolitica.
Elettra Deiana, Roberto Musacchio, Patrizia Sentinelli, Graziella
Mascia, Gennaro Migliore
Respinto con 96 voti a favore, 128 contrari e 4 astenuti
Odg su
Liberazione
Il Cpn, viste le prese di posizione del CdR di Liberazione, condividendone
le preoccupazioni e la necessità di un rilancio di Liberazione,
chiede al Consiglio di Amministrazione della società editrice
MRC, sulla base dei dati di bilancio e dei negativi provvedimenti assunti
dal governo in materia di editoria, di predisporre una proposta di rilancio
del giornale.
Approvato all'unanimità
Odg manifestazione
11 ottobre
Il Cpn decide l'adesione del Partito della Rifondazione Comunista alla
manifestazione nazionale dell'11 ottobre prossimo contro le politiche
di governo e Confindustria e impegna tutte le strutture del partito
a garantire il massimo di partecipazione.
Approvato a maggioranza
Dichiarazione
di voto di Ramon Mantovani sulla crisi del Caucaso
Sono contrario all'odg Deiana e altri perché è evidente
l'intento strumentale di cogliere presunte divisioni nella maggioranza.
Il rifiuto di discutere lo stesso odg approfonditamente in una riunione
con al centro il tema del Caucaso, e non ai margini del cpn che elegge
gli organismi dirigenti, lo dimostra. Oltre a questo motivo ci sono
anche motivi di merito per respingerlo. Si tratta di un odg improvvisato
e superficiale. Infatti la questione della guerra nel Caucaso è
inquadrata non già nell'attuale fase della globalizzazione, bensì
spiegata con la classica analisi geopolitica degli interessi energetici,
salvo poi affermare addirittura che la geopolitica non esiste più.
Non c'è una seria analisi dei nazionalismi, a cominciare da quello
russo, scaturiti dalla crisi degli stati nazionali a causa della globalizzazione.
Si dimentica che la distruzione della legalità internazionale
è stata inaugurata dalla Nato e dai governo Clinton e D'Alema
con la guerra contro la Yugoslavia. E' ovvio che non esistono campi
o superpotenze per le quali tifare, ma questo non può portare
a posizioni generiche e prive di incidenza politica. Il movimento per
la pace non può solo predicare la pace ma anche sapersi opporre
coscientemente alle reali cause della guerra. Tutte queste questioni,
ed altre ancora, non sono affatto coerenti con la politica estera di
rifondazione dal 97 ad oggi e comunque meritano una discussione seria.
Dichiaraziomne
di voto di Gennaro Migliore sulla crisi del Caucaso
In merito alla procedura, apprezzo che si sia ripristinata l'usuale
condizione di voto per gli ordini del giorno nell'intervento appena
svolto dal compagno Ferrero. Per questo motivo dichiaro fin d'ora che
voteremo a favore della mozione d'ordine presentata da Fabio Amato in
relazione all'approfondimento, da svolgersi in direzione, della vicenda
riguardante il conflitto in Caucaso.
Altresì ritengo utile motivare il nostro voto favorevole alla
mozione a prima firma Deiana.
Penso che sia necessario condannare l'azione svoltasi in Ossezia dalle
truppe russe in maniera netta. La critica ai nazionalismi non può
essere genericamente declinata nella forma di una indifferenza ai casi
specifici. Come ha osservato Elettra Deiana, questo odg non inficia
ma arricchisce la nostra posizione politica ed evita il pericolo di
una sottrazione al giudizio necessario da tenersi che, invece, mi è
parso il tratto distintivo dell'intervento di Ramon Mantovani.
Questo odg ha anche l'intenzione di far pronunciare chiaramente il partito
su un argomento che nelle dichiarazioni di autorevoli componenti della
maggioranza, come Giannini, è diventato per l'ennesima volta
il richiamo ad un campismo fatto di amici delle superpotenze.
Noi siamo dalla parte delle popolazioni, e pensiamo che la critica nonviolenta
dei conflitti debba superare quella geopolitica delle alleanze.
Dichiarazionedi
voto di Gennaro Migliore sulla proposta di gestione unitaria del partito
La proposta di gestione unitaria avanzata dal compagno Ferrero in realtà
non costituisce un passo in avanti ma cristallizza la situazione venutasi
a creare all'indomani del Congresso. Non sono state superate le motivazioni
che hanno portato l'attuale maggioranza ad agire una così profonda
spaccatura.
Si tratta piuttosto di riconoscere a tutte le opzioni politiche in campo
pari dignità e agibilità nel comune contesto del partito.
La gestione unitaria che negli organismi esecutivi si traduce in una
pura riaffermazione della linea maggioritaria emersa di stretta misura
al Congresso, assomiglia più ad una rinnovata riedizione del
centralismo democratico piuttosto che alla pratica fin qui seguita dentro
il nostro partito.
Rifondazione Comunista e la sinistra hanno il compito di intraprendere
un piano di iniziative che, a partire dalla scuola e dalla riforma del
contratto, indichi un intervento efficace che non si riduca al posizionamento
rispetto ad altre forze politiche. Lo stesso tema relativo alla costruzione
di alleanze deve essere fatto vivere nella piena consapevolezza della
responsabilità che abbiamo nei confronti del Paese. Va in questo
senso la manifestazione dell'11 Ottobre, di cui siamo stati tra i promotori,
che può diventare un'occasione non identitaria ma di movimento
per ritessere la trama di relazioni sociali e politiche che restituisca
spazio e agibilità alla sinistra.
La sinistra però non si fonda solo su un principio di unità
d'azione ma nel quadro di un comune processo politico di trasformazione.
Anche per questo motivo ritengo omissivo non parlare del rapporto con
il Partito Democratico. Esso è la principale forza d'opposizione
parlamentare che, pur conoscendone le caratteristiche moderate, deve
essere un interlocutore per la costruzione di un opposizione alle politiche
del governo Berlusconi.
La nostra richiesta, a partire dalla manifestazione dell'11, di unificare
la azioni di opposizione è un problema non rimuovibile se non
dalla chiusura autoreferenziale e moderata di Veltroni o da quella,
ugualmente autoreferenziale e identitaria, esposta in più occasioni
dal Segretario di Rifondazione.
Si tratta quindi di ricostruire le ragioni per le quali il nostro partito
ha fin qui agito per il percorso della rifondazione e sfuggire ad ogni
richiamo minoritario e testimoniale. Noi intendiamo fino in fondo riproporre
il teme della costruzione di una nuova soggettività politica
della sinistra. Questo è un tema che non è più
elusivamente patrimonio di una discussione interna ma è, viceversa,
resa ancora più urgente e necessaria dalla condizione reale del
Paese e dalle forze di sinistra in esso disperse.