Partito
della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 14 - 15 ottobre 2006
Documento
finale approvato
1 - Per una ripresa
del movimento di lotta
Investiamo con grande energia
per il successo della manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma
“Stop precarietà ora!”.
Impegniamo il partito, a tutti i livelli, a determinare una iniziativa
coinvolgente di mobilitazione per fare dell’appuntamento del 4
novembre un grande evento di massa e l’avvio di una nuova stagione
per i movimenti.
La mobilitazione deve proseguire anche dopo il 4 novembre, i comitati
contro la precarietà devono radicarsi nelle città, nelle
vertenze di lavoro e territoriali.
Un movimento che, a nostro avviso, deve rifiutare la scorciatoia del
governo amico o del governo nemico, che rifiuta di dividere il movimento,
che vuole attraversare la legge finanziaria per porre il tema della
fuoriuscita dalla precarietà come grande questione generale per
determinare una discontinuità nelle politiche economiche e sociali.
Un movimento che non vuole tacere l’insufficienze dell’azione
della politica e del governo, anche le ombre presenti dentro la manovra
economica e finanziaria e che non è cieco da non vedere gli spazi
che, anche grazie alla propria iniziativa, si sono aperti.
Noi vogliamo aggredire la precarietà, a partire dalla vertenza
Atesia e dalla trasformazione in contratto di lavoro a tempo indeterminato
dei lavoratori dei call center, alla regolarizzazione di tutti i lavoratori
precari nel Pubblico Impiego, alla cittadinanza per le migranti e i
migranti, fino al salario sociale.
La lotta alla precarietà, dalla dimensione generale della precarietà
del lavoro e del non lavoro a quella della condizione sociale e delle
relazioni, deve diventare l’asse fondamentale della nostra azione
e della nostra iniziativa di fase.
Il successo della manifestazione NO TAV, No Mose, No Ponte e la partecipazione
in quel contesto di molte realtà e comitati che si battono contro
la devastazione del territorio e la sua privatizzazione, parla anche
essa della possibilità e necessità di investire decisamente
nella direzione della ripresa dei movimenti.
Il 18 novembre a Milano parteciperemo alla manifestazione nazionale
per i diritti del popolo palestinese e per la pace in Medio Oriente.
Crediamo che sia importante, anche ai fini del rilancio del movimento
per la pace, impegnarsi per il pieno successo di questo appuntamento.
Saremo presenti alla mobilitazione nazionale indetta dalle OO.SS a Foggia
il 21 novembre contro il caporalato, il lavoro nero in agricoltura,
per la regolarizzazione dei migranti.
2 - Il passaggio
della legge finanziaria
Ci siamo impegnati per determinare
una discontinuità nelle politiche economiche e sociali del Paese
e impedire che fosse riproposta la ricetta che i poteri forti volevano
imporre: far pagare i costi del risanamento dei conti e del bilancio
sui pensionati e sui lavoratori dipendenti.
Tutto il dibattito politico contro le destre e dentro l’Unione
è stato attraversato da questo tema, così come il confronto
tra le parti sociali.
Abbiamo coerentemente, secondo il filo di una iniziativa con la stessa
ispirazione, affermato la necessità di una manovra meno impattante
e avviato un dibattito nel mondo economico e nel Paese sui limiti di
fondo di una politica economica e sociale restrittiva e la possibilità
di una alternativa a quell’impianto. Su questa ispirazione generale
intendiamo alimentare ancora un grande confronto.
Nella precipitazione della legge finanziare, con grande energia abbiamo
posto la questione del “chi paga”, della necessità
di avviare in concreto misure di risarcimento sociale nei confronti
dei ceti popolari, colpiti duramente durante i 5 anni del governo delle
destre, di avviare una politica concreta contro la precarietà,
di impedire che venissero tagliate le pensioni o aumentata l’età
pensionabile.
Abbiamo condotto questa sfida assieme alle forze sindacali, a quelle
sociali, ai movimenti che in questi anni hanno alimentato l’opposizione
al governo delle destre, lo abbiamo fatto in sintonia con quello che
possiamo definire il “popolo dell’Unione”, le speranze
e le attese di una vera discontinuità.
Sarebbe cieco non vedere come la legge finanziaria sia segnata profondamente
da questa nostra iniziativa, in cui il termine “nostro”
va inteso in senso largo, coinvolgendo i soggetti sociali e le rappresentanze
del mondo del lavoro.
Allo stesso tempo, affermiamo con chiarezza che questa legge finanziaria
presenta ombre e vere inadeguatezze che noi chiediamo con forza che
vengano cambiate. Nel Parlamento e nel Paese condurremo nei prossimi
giorni una forte iniziativa in quella direzione.
Per la prima volta, anche se in forme ancora non adeguate a causa dell’impoverimento
di massa che si è avuto in questi anni, si agisce nel senso della
redistribuzione del reddito: attraverso la modifica delle aliquote dell’IRPEF,
che il governo delle destre aveva cambiato in senso regressivo, e la
riforma e l’incremento del sistema delle detrazioni per carichi
familiari, lavoratori dipendenti e pensionati hanno un aumento delle
loro retribuzioni nette. Nel contempo si reintroduce una maggiore progressività
del prelievo. In sostanza chi ha di più paga di più e
chi ha di meno comincia a recuperare risorse.
SI avvia finalmente una lotta vera contro l’evasione e l’elusione
fiscale.
Si comincia ad invertire la deriva verso la precarietà del lavoro:
si prevede la stabilizzazione di circa 150 mila precari del Pubblico
Impiego, gli incentivi alle imprese vengono date per l’assunzione
a tempo indeterminato.
Si inizia ad affrontare il tema della sicurezza del lavoro: l’obbligo
di comunicare l’assunzione il giorno prima (nel 2005, 250 lavoratori
sono morti il primo giorno di lavoro: erano lavoratori irregolari che
le imprese hanno denunciato il giorno dell’incidente); si rende
responsabile della contribuzione a favore dei lavoratori l’appaltante
anche nei confronti di eventuali subappalti.
E’ fuori dalla legge finanziaria ogni riferimento a tagli al rendimento
delle pensioni ovvero innalzamento dell’età pensionabile,
anche l’intervento di chiusura di una delle finestre previste
dalla normativa vigente per l’andata in pensione nel 2007.
Si introducono novità importanti, come il fondo per la non autosufficienza
o quello per l’inserimento dei migranti.
Dentro questo quadro, non ci sfugge come siano state varate misure sbagliate
che intendiamo modificare o cancellare.
Parliamo in primo luogo dei tagli agli enti locali che possono determinare
incrementi delle tariffe, aumento della tassazione locale, ulteriore
privatizzazione dei servizi. C’è già un primo impegno
per una diminuzione di quei tagli, ci muoveremo nella direzione dell’
ulteriore alleggerimento.
Parliamo dell’introduzione di tickets sanitari che riteniamo sbagliati,
in primo luogo quello sul pronto soccorso e sui farmaci , che intendiamo
abolire.
Parliamo di altri punti importanti, come una maggiore chiarezza sui
percorsi di stabilizzazione dei precari del PI e una loro estensione,
all’introduzione del fondo sociale per le politiche abitative,
l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni,senza alcuna
commistione con la formazione professionale e l’impegno per garantire
il diritto allo studio e assicurare prospettive ai giovani ricercatori
e così via.
Una iniziativa, quindi, che continua nel Parlamento e nel Paese anche
per impedire ogni intervento che, al contrario, intenda far retrocedere
da quei punti avanzati che nella manovra ci sono.
La legge finanziaria è quindi attraversata da uno scontro sociale
durissimo che le destre cercano di alimentare a difesa di privilegi
e categorie e che poteri forti dell’economia, Confindustria in
particolare, non contente di quanto pure previsto abbondantemente per
le imprese, vorrebbero stravolgere in senso regressivo.
Questa legge finanziaria, che solo una campagna di stampa orchestrata
vorrebbe dettata da noi e dalla sinistra radicale, è attraversata
da elementi veri di discontinuità, aperture verso nuove possibilità
di intervento sociale, ma anche da questioni irrisolte o poste ancora
in maniera inaccettabili.
Su questioni cruciali, quali la prospettiva del sistema previdenziale
pubblico, il confronto è spostato alla prossima primavera. Un
confronto nel quale noi andremo sulla base di una proposta complessiva
di sviluppo della previdenza pubblica e di allargamento delle protezioni
sociali, così come intendiamo affrontare il tema generale della
precarietà del lavoro sulla base di una proposta complessiva
di riordino.
In ogni caso, i lavoratori debbono avere l’ultima parola sulle
piattaforme e sugli accordi.
Anche e soprattutto per questo, riteniamo che la mobilitazione sociale,
l’autonomia e l’indipendenza dei movimenti rappresentino
la questione decisiva per uscire da questa transizione ancora aperta
nella direzione della costruzione dell’alternativa.
La fase costituente
della Sinistra Europea
Il Partito della Rifondazione
Comunista è partecipe della fase costituente per la costruzione
della nuova soggettività politica della Sinistra Europea, fase
che si è aperta dopo la manifestazione conclusiva della Festa
di Liberazione e dell’assemblea all’Angelicum di Roma gli
scorsi 23 e 24 settembre.
Noi avanziamo una proposta con la forza di una progettualità
alta, capace di delineare i caratteri di una soggettività politica
nuova.
Una soggettività molteplice in cui Rifondazione Comunista e gli
altri soggetti che assieme ad essa concorreranno a costituirla, non
si scioglie.
Al contrario, il rafforzamento e l’ulteriore approfondimento dell’innovazione
politica e culturale della Rifondazione Comunista, e la costruzione
della Sinistra Europea, come alleanza tra differenti che si riconoscono
pari dignità, sono i due assi della medesima impresa politica.
Il progetto della Sinistra Europea è alternativo a quello del
partito democratico, dentro una sfida di lungo periodo sull’idea
di futuro per la società e per le sinistre.
Ma i tempi e i modi della nostra impresa non sono dettati da altri o
in relazione ad essi.
Entro la prossima primavera intendiamo dare vita a una Assise Nazionale
che rappresenti l’atto fondativo della Sinistra Europea in Italia.
Ma non intendiamo concludere lì il processo costituente. Un nuovo
percorso deve intrecciarsi con la costituzione della Sinistra Europea
nei posti di lavoro, nelle città, nei territori: la costruzione
di “Case della Sinistra Europea” come luoghi della partecipazione
e dell’organizzazione del conflitto.
L’Europa e l’esperienza concreta che viene dai territori,
questi i due capisaldi della costruzione di una soggettività
politica che deve alimentarsi dall’innovazione della cultura politica
e dall’esperienza partecipata dal basso.
Pensiamo a un processo costituente aperto e coinvolgente, siamo interessati
a relazioni stabili anche con coloro che sono impegnati nella nostra
medesima ricerca, si pongono le nostre stesse domande anche se forniscono
risposte differenti o ancora non conclusive.
Pensiamo di promuovere iniziative, dibattiti, convegni, studi sul tema
dell’innovazione politica e culturale della Sinistra Europea.
Rifondazione Comunista farà, entro l’inizio della prossima
primavera, la propria Conferenza di Organizzazione. Al suo centro saranno
due domande: perché il PRC nella Sinistra Europea; quale PRC
nella Sinistra Europea.
La seconda questione non è meno significativa della prima, in
quanto solo un partito che riesce a cambiare, anche nelle sue forme
di funzionamento, di selezione dei quadri, di sviluppo della democrazia
interna, può crescere e rafforzarsi.
Un dibattito che deve coinvolgere tutto il partito, a partire dai circoli
e dalle iscritte e dagli iscritti.
L’innovazione di cultura politica che ha segnato la vita di Rifondazione
Comunista deve penetrare anche nella sua organizzazione, nelle sue modalità
di discutere, funzionare, agire.
La Direzione e l’Esecutivo discuteranno nei prossimi giorni di
un percorso, di regole, e della base di discussione di questo appuntamento
.
Il prossimo Comitato Politico Nazionale avrà il compito di varare
definitivamente gli atti necessari per l’avvio di questa fase
di discussine che riteniamo necessaria per compiere un salto di qualità
necessario e possibile.
La segreteria nazionale
Approvato
con 124 voti, pari a 68.5%