Franco Russo
Graziella Mascia
Imma Barbarossa
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità
Scuola
Senza entrare qui
nel merito delle posizioni politiche dei COBAS-SCUOLA, il CPN di Rifondazione
Comunista esprime solidarietà ai compagni che continuano nello
sciopero della fame e si impegna affinché si giunga al riconoscimento
dei pieni diritti sindacali di un soggetto che ha espresso in tutti
questi anni valori e mobilitazioni in direzione della difesa della scuola
pubblica.
Vincenzo Pillai
Loredana Fraleone
Pierina Chessa
Maria Franca Atene
Rossella Morrone
Gianni Fresu
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità
Spese militari
La Finanziaria
in discussione in Parlamento contiene un corposo aumento delle spese
militari.
Nel momento in cui il nostro Paese deve cercare di ricostruire un profilo
di Pace nello scacchiere internazionale, sviluppando una vocazione euromediterranea
e incentrata alla cooperazione, questa scelta si presenta come contradditoria
e non condivisibile.
Rifondazione si batterà per operare una chiara inversione di
tendenza all’aumento delle spese militari per una Finanziaria
che ridistribuisca risorse alla spesa sociale e alla cooperazione internazionale.
In questo quadro si batterà per la modifica dell’articolo
188 e contro il tentativo di inserire nelle manovre di bilancio il rifinanziamento
automatico delle missioni internazionali.
assunto dalla
presidenza e approvato all’unanimità
ODG sulle
esercitazioni militari presso il poligono di Capo Teulada
Nonostante la pluridecennale
vertenza che contrappone comunità locali e Ministero della Difesa
in ordine alla cessazione delle esercitazioni militari e alla bonifica
delle aree ad esse sottoposte,
Nonostante il contenzioso
tra la Regione Autonoma della Sardegna, il COMIPA e le Istituzioni centrali
dello Stato,
Proprio in questi
giorni sono ripresi, con grande dispiegamento di mezzi, le esercitazioni
militari di mare e di terra presso il poligono militare di Capo Teulada.
Questo ennesimo
sfregio ad un territorio già ampiamente compromesso sul piano
ambientale e depresso sul piano economico-sociale, impedisce un qualsiasi
utilizzo civile e produttivo di una ampia fascia costiera, incatenando
le comunità locali ad un’idea di sviluppo basata unicamente
sugli indennizzi.
Il CPN del PRC
impegna i propri rappresentanti istituzionali, affinché le istanze
del COMIPA, della RAS e delle comunità locali trovino soddisfazione
e che oltre alla cessazione delle esercitazioni si dia corso alla bonifica
di quei siti.
Gianni Fresu
Paolo Antonio Licheni
Michele Piras
Pierina Chessa
Maria Franca Atene
Vincenzo Pillai
Bruno Steri
Francesco Maringiò
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità
Violenza
e patriarcato
Il recente convegno
di Trieste dal titolo “Violenza e Patriarcato”, promosso
dalla Rete Femminista del Partito della Sinistra europea (EL-FEM), ha
messo al centro delle riflessioni appassionate di tante donne la questione
che crediamo possa essere finalmente centrale nel nostro presente: il
complesso e tormentato rapporto tra gli uomini e le donne. Tra gli individui,
le persone, i generi, le differenze sessuali: categorie tutte che attraversano
il conflitto di classe, lo modificano, ne sgretolano la dimensione economicistica,
ne evidenziamo la connotazione, che è presente, di dominio patriarcale.
È vero che sulla violenza contro le donne ricadono situazioni
di grande pesantezza: le condizioni materiali, il disagio economico,
la povertà culturale, le costrizioni fisiche, le situazioni di
conflitto armato e le loro ricadute sui corpi delle donne, come sui/sulle
minori (e anche sugli uomini), i fondamentalismi religiosi, in particolare
delle religioni monoteistiche, i nazionalismi e gli etnicismi. Insomma
sul corpo e sulle libertà delle donne ricadono pesanti gli intrecci
difficili del tempo presente, anche quelli della globalizzazione neoliberista.
Ma tutto questo non basta a comprendere l’orrore che muove gli
uomini a picchiare, stuprare, uccidere le donne. A torturarle, a umiliarle.
Donne che gli passano accanto libere, belle, sicure di sé, non
coperte, sconosciute da catturare, o “donne di famiglia”,
mogli, ex mogli, fidanzate, mamme, figlie, persino nonne. La violenza
contro le donne non è questione di ordine pubblico, per cui sembrano
del tutto insufficienti misure legislative, militarizzazione delle città,
o altre misure di tipo “padano” (evirare gli stupratori
eccetera).
Certo, misure preventive occorrono: diffondere e potenziare i centri
antiviolenza, gestiti da donne e fuori dalla retorica istituzionale,
ma soprattutto promuovere la ricerca verso una formazione culturale
(e persino scolastica) sessuata, imperniata sulle differenze sessuali,
sul loro riconoscimento, sul loro intreccio e sulla loro relazione.
Ma, tuttavia, quello su cui vogliamo richiamare l’attenzione di
tutte/i è che al centro della rifondazione della politica va
posta la grande questione dei corpi sessuati, delle differenze, del
nesso tra uguaglianza e differenza, uguaglianza e libertà. La
grande questione dei soggetti, del loro intreccio e delle pratiche con
cui le soggettività si fanno trama di società nuova, in
cui la lotta contro lo sfruttamento, la mercificazione, l’uso
strumentale dei corpi, della sessualità, della relazione uomo/donna,
questa lotta sia anche insieme una ricerca di senso che rifiuti l’approdo
del sacro come elemento sostitutivo della interiorità individuale
e collettiva.
Dunque ricostruire la dimensione politica e costruire un suo spazio
nuovo.
Uscire da sé senza perdersi: questo ci sembra un grande orizzonte
non per restare attaccate a un identità chiusa e difensiva. Non
perdersi significa secondo noi proprio essere capaci di uscire da sé,
da un sé o da tanti sé limitati e ristretti, atomizzati.
Solo con quest’ottica può essere fertile e appassionante
il percorso di costruzione in Italia della Sinistra europea, in cui
non si perda l’esperienza e la ricerca di Rifondazione comunista,
a cui in questi anni abbiamo lavorato con passione, con la passione
critica volta alla decostruzione del patriarcato della tradizione comunista,
del nesso tra comunismo e potere, comunismo e nazionalismi, rivoluzione
e violenza.
Proprio la nostra ricerca critica nei confronti della maschilità
presente nel movimento operaio, delle sue pratiche, della sacralità
dei suoi rituali ci ha sempre indotte ad una forte asimmetria ma anche
ad un coerente affezionamento.
Abbiamo scritto che la critica dell’assoluto borghese di Marx
non comprendeva (e non poteva comprendere) la critica del maschile che
si è fatto assoluto neutro, ma riteniamo che la irrinunciabile
critica del patriarcato se non si intreccia asimmetricamente alla critica
del capitalismo e del liberismo rischia di acquietarsi o in una società
femminile parallela o in un essenzialismo autosufficiente.
Perseverare nella ricerca critica della nostra innovazione è
di fatto il contributo più trasparente alla costruzione della
Sinistra europea, che non vogliamo come qualcosa di generico e indistinto
ma che riteniamo debba basarsi sulla costruzione di relazioni tra le
differenze e di un etica pubblica rigorosamente laica, che va ricostruita
e difesa come un vero bene comune. Perciò:
Per noi non sono
in contrasto con il confronto vero e profondo con culture e soggetti
differenti, a cui non chiediamo di rinunciare né a idee né
a pratiche, così come non intendiamo rinunciare alla ricerca
e alla pratica del femminismo e del comunismo critico.
Barbarossa, Arnaboldi,
Cammardella, Capelli, Corneli, Deiana, Dell’Aera, Dioguardi, Emprin,
Fantozzi, Fasulo, Forenza, Giavazzi, Linguiti, Loro Piana, Pace, Palumbo,
Pirotta, Poselli, Rinaldi, L. Santilli, Tedde, Vangeri.
assunto
dalla presidenza e approvato all’unanimità