Comitato Politico
Nazionale 21 - 22 gennaio 2006
Relazione di
Francesco Ferrara
Il CPN é chiamato oggi
ad approvare le teste di lista, già avallate a maggioranza dalla
Direzione nazionale con 14 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti.
La proposta che oggi avanziamo é stata oggetto di una discussione
vera, in alcuni momenti anche aspra, dentro il partito. Tante volte,
avendo ricevuto l'incarico dalla segreteria di gestire la composizione
delle teste di lista, mi sono trovato a confrontarmi - anche duramente
- con i segretari regionali, soprattutto sul tema delle candidature
cosidette territoriali, ovvero decise dai comitati politici regionali.
Come vedrete più avanti, quando espliciterò la lista, molte delle
sollecitazioni sono state raccolte, altre no, ma come sapete un lavoro
come questo ha in sé un elemento di controvertibilità,
da una parte e dall'altra ci sono sempre ragioni che si combinano
in una complessità che va però ridotta ad una proposta
di nomi e cognomi. Per questo é difficile che tutte le singole
motivazioni ragionevoli si trovino perfettamente soddisfatte in una
proposta finale, ma quello che é importante é lo spirito della
proposta, che va sempre guardata complessivamente come frutto di un
processo di discussione e confronto. Posso dire che mai questo partito
ha discusso in modo cosÏ diffuso e serrato le liste dei nostri
candidati alle elezioni politiche? E questa discussione, questo processo
di definizione delle liste é stata assunto dal gruppo dirigente
con senso di responsabilità, pur tuttavia - non lo dimentico
- non senza difficoltà. Difficoltà politiche certo,
frutto di diversi punti di vista che non riuscivano a conciliarsi perfettamente
tra loro, ma in qualche caso frutto anche della devizione del punto
di vista, quando il "personale" é diventato centrale
rispetto al progetto politico collettivo. Dico questo perché
dobbiamo mettere noi stessi in guardia dalla crisi della politica, perché
non ne siamo immuni a prescindere. C'é ancora troppa autoreferenzialità
nei nostri gruppi dirigenti, che si traduce in una minore disponibilità
ad aprire il partito a nuove esperienze. Una tendenza alla quale sin
dal V congresso abbiamo risposto non chiudendoci a riccio nell'identitarismo,
adeguando invece la nostra linea ad un percorso aperto, decidendo di
stare nel movimento e avviando un processo di arricchimento delle nostre
relazioni. Eppure in fasi come queste, quando discutiamo delle candidature,
ritorna il personalismo, per questo non siamo immuni a quella crisi,
per questo dobbiamo continuare ad avere un attegiamento più distaccato
da certe dinamiche personali, altrimenti é alto il rischio di rimanere
indistinti nella mischia della politica "che fa schifo",
che é tutta la stessa cosa, che si allontana dalle istanze popolari,
ovvero che non riesce più a parlare un linguaggio autenticamente popolare.
Il percorso é stato articolato e trasparente. La Direzione nazionale
ha prima discusso i criteri per la formazione delle liste, quindi la
segreteria nazionale ha consultato i regionali e raccolto le osservazioni
dei comitati politici regionali, dove anche le federazioni hanno potuto
esprimersi. Le proposte sono state nuovamente riportate in Direzione,
quindi a questo CPN.
L'individuazione del probabile gruppo parlamentare é stato
articolato a partire da uno studio elaborato dalla Camera dei Deputati
sulla base dei dati delle Regionali 2005 e delle Europee 2004, si tratta
insomma di dati veri non sondaggi o altre previsioni, e da questa elaborazione
risulta che verosimilmente il nostro Partito otterrà 62 tra deputati
e senatori. A partire da qui abbiamo intrecciato i criteri stabiliti
dalla Direzione nazionale. Primo, valorizzare il progetto politico della
sinistra di Alternativa che, come discusso al precedente CPN, si sostanzia
nel processo di costituzione della sezione italiana del Partito della
Sinistra Europea. Il nostro impegno sulla Sinistra europea é stato
sin dal principio intenso (ricordo che abbiamo ospitato il congresso
fondativo di questa nuova soggettività europea) ha attraversato
con intelligenza il percorso delle primarie, stringendo una relazione
ancora più forte e solidale con quelle soggettività che in questi
anni hanno condiviso con con noi un percorso comune, nei movimenti sociali
e contro la guerra ma anche nei mille rivoli dei conflitti territoriali.
Valorizzare questa esperienza e queste relazioni del nostro partito,
significa approcciare una nuova cultura politica in cui l'idea
di società (l'altro mondo possibile dei movimenti globali)
non parte da una reductio ad unum, ma al contrario si realizza a partire
dalla partecipazione come fulcro della democrazia, e da nuove pratiche
di relazione che intendono la diversità come espressione della
libertà. Tutto questo mantenendo aperta la ricerca di una rifondazione
della politica in cui l'autonomia dei movimenti non é mai
messa in discussione, perché essa é la possibilità
che ciascuno dica quello che pensa. Le nostre liste quindi avranno una
presenza del 20% di candidature esterne al Partito. Sono presenti esperienze
che parlano i linguaggi del conflitto sindacale in particolare quello
dei metalmeccanici con l'esperienza della Fiom, dell'ambientalismo
e della tutela dell'acqua come bene comune, di Genova, dei migranti,
della cultura delle differenze, ma sono anche direttamente coinvolte
soggettività come Uniti a sinistra, l'esperienza del Sud
Ribelle, quella dei centri sociali e con la candidatura di un compagno
che tante e tante volte abbiamo inviatato a discutere con noi del dramma
che vive il popolo palestinese. Ma nessuno di loro sarà "indipendente
nelle liste del Prc", al contrario con loro daremo vita in Parlamento
ad un gruppo unico, che allude alla nuova soggettività politica
della sinistra alternativa che interpretiamo nella sezione italiana
della Sinistra Europea.
Il secondo criterio riguarda la riconferma dell'attuale gruppo
parlamentare, chiedendo una deroga al CPN secondo l'art 57 del
nostro Statuto, perché alcune compagne e compagni hanno già
svolto due legislature. Perché chiediamo la deroga? Perché
crediamo di trovarci, con l'aumento del gruppo parlamentare e
con la concreta possibilità che nostre compagne e compagni impegnati
in ruoli di governo, in una fase eccezionale per il nostro Partito.
Per questo é importante l'esperienza accumulata e le capacità
indiscusse di queste compagne e quei compagni per i quali chiediamo
la deroga, proprio per affrontare la prossima legislatura che -
diciamocelo francamente - sarà una legislatura difficile.
Il Partito si appresta per la prima volta nella sua storia ad essere
coinvolto direttamente in un'esperienza di governo, ed é
evidente che ci saranno momenti difficili e delicati che dovremo affrontare,
dove persino la capacità di districarsi nel funzionamento delle
Camere sin da subito risulterà molto importante.
Su questo punto non c'é stata in Direzione unanimità,
eppure chi sostiene una posizione di contrarietà alle deroga -
come i compangi dell'Ernesto - non manca poi di indicare
nella propria proposta un compagno per il quale la deroga va votata.
Insomma si continua con una pratica che non dovrebbe appartenerci, con
una mano si critica e si segna la differenza, con l'altra ci si
avvantaggia della deroga votata dalla maggioranza. Ci vorrebbe un po'
di più coerenza e trasparenza in fasi delicate come queste. Noi siamo
convinti invece che la deroga sia motivata e per questo chiediamo un
voto favorevole del CPN, ribadendo anche che chi sarà impegnato
in incarichi di Governo dovrà dimettersi dalla carica parlamentare.
Sapete che questo vincolo non é previsto nel nostro Statuto, ma
lo abbiamo proposto ugualmente per rinforzare il numero di compagne
e compagni che parteciperanno più direttamente a gestire la prossima
legislatura e per allargare la presenza territoriale.
Il terzo criterio riguarda la presenza nelle nostre liste di compagne
e compagni del gruppo dirigente formale del Partito, bisogna evitare
- avendo un gruppo più grande - il dualismo tra il gruppo
parlamentare e il gruppo dirigente. Inoltre lo stesso gruppo parlamentare
potrebbe trovarsi di fronte a scelte complicate nelle quali é utile
che la segreteria sia direttamente coinvolta.
Il che non vuol dire che tutta la segreteria e tutta la direzione faranno
parte del gruppo parlamentare.
Inoltre al gruppo dirigente va aggiunta la valorizzazione di compagne
e compagni che per qualità o competenza potranno arricchire il
lavoro del gruppo e quindi l'iniziativa del Partito.
Il quarto criterio é quello della territorialità e per questo
ben 16 compagne e compagni su 61 (escludendo il segretario del Partito)
sono inseriti nella lista che proponiamo oggi al voto, abbiamo però
chiesto che le compagne e i compagni già impegnati in cariche
elettive o di governo regionale non a scadenza non siano candidati nelle
teste di lista. Si tratta nell'allargamento del gruppo parlamentare
di valorizzare la presenza territoriale del Partito.
A fianco a questi criteri si affianca quello di dar conto al pluralismo
interno, candidando quindi anche compagne e compagne che non hanno condiviso
la linea congressuale e l'accordo con le altre forze dell'Unione
per il governo del paese. Non trattandosi di un organismo di direzione
politica, ma della rappresentanza istituzionale del Partito, non si
é usato il criterio della rappresentanza proporzionale delle minoranze,
ma invece di una loro adeguata presenza nel gruppo parlamentare.
E' però evidente che rispetto alle scelte essenziali del
gruppo parlamentare (a partire dalla fiducia al Governo) a queste compagne
e questi compagni é richiesto, pur nella diversità e nella
legittimità delle proprie idee, di adeguarsi alle decisioni del
gruppo.
Sopra tutti i criteri sta invece la presenza della differeza di genere.
Ce l'abbiamo messa tutta, ma ancora purtroppo siamo ancora -
seppure leggermente - sotto il 40%. C'é ancora uno scarto
tra l'innovazione del partito, la linea che ci siamo dati in questi
anni, che pure tiene fortemente conto della cultura delle differenze,
e la costruzione del gruppo dirigente e delle sue rappresentanze istituzionali.
Certo avremmo potuto provarci ancora, ma credo che anche questo risultato
recuperi, seppure parzialmente, una grave lacuna della legge elettorale.
Infine mi preme ringraziare alcuni compagni. In primo luogo Giuliano
Pisapia, che ha scelto di non ricandidarsi nelle nostre liste. Un gesto
che non vuole assolutamente tradursi in disimpegno al contrario Giuliano,
come lui stesso ha ribadito, vuole continuare la sua esperienza in Rifondazone
comunista, impegnandisi sempre di più per le iniziative del Partito
stesso e in particolare nel dipartimento Giustizia.
Per come ha efficacemente svolto un ruolo importante, come capogruppo
dei nostri senatori, e perché anche grazie alla sua umanità
e alle sue relazioni politiche che ha intessuto in questi anni e in
partcolare con Heidi Giuliani, vorrei poi ringraziare il compagno Gigi
Malabarba, che una volta eletto si dimetterà consentendo cosÏ
alla stessa Heidi di essere senatrice.
Per tutto quanto detto chiediamo al CPN di esprimere un orientamento
favorevole alla liste che vi proponiamo.